Luganese

Le elezioni in Città secondo Re Sbroja

Sarcasmo senza confini, dalla scalata alla poltrona di sindaco di Chiesa, ai timori legati alla sparizione del rosso, fino ai liberali con due piatti...

Il graffio del vignettista già deputato in Gran Consiglio
(Ul Sbroja/Armando Boneff)
7 febbraio 2024
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“La Città guarda lontano, così tanto lontano da non riuscire più a vedere in casa sua... Ma allegri, ad aprile ci saranno le elezioni e qualcuno vuole rimettere la Chiesa al centro del villaggio”. Nel suo discorso, riportato nella prima pagina del giornale di Carnevale, con tanto di vignette satiriche di Armando Boneff, anche Re Sbroja evoca la scalata del senatore Marco Chiesa alla poltrona di sindaco di Lugano, in vista delle prossime elezioni comunali di aprile.

Vero è che, in questo periodo, ogni scherzo vale, ma sua Maestà parla quasi solo del rinnovo dei poteri comunali, a parte la punzecchiatura in merito alla partita a scacchi tra Città e i ‘buoni molinari’, nella quale tira in ballo pure il Ministero pubblico “intento a traslocare e trasferirsi alla Bottiana reggia dello stabile Efg... Caso contrario ‘cifola l’Aida’”, terminando il paragrafo in note musicali: “Che finalmente avranno un tetto con l’acquisto dello stabile Radio di Besso. Anche la nostra radio guarda lontano... e infatti con 200 franchi di canone non si può permettere di mantenere appunto una seconda sede”.

Però, le provocazioni carnascialesche non finiscono qui. Tra un calcio agli americani, avvertendo che il Crus non si tocca, Re Sbroja, pronto ad assumere le redini della Città, ne ha per tutti i gusti e per tutti i colori, a cominciare dal suo timore, che “in questa tornata, di rosso non ci sarà più niente; vero discorso da BAR..zaghi, ma come sempre con fonti veritiere”, per passare ai liberali, “che hanno acquistato la mitica Berkel rossa con i 2 piatti; su un piatto il Pvl (Partito dei verdi liberali), sull’altro gli scontenti. Al 14 aprile, vedremo da che parte penderà”, fino al sindaco in carica, che non trema, perché “lui ha sempre eventualmente pronto il piano B meglio noto come PLAN B, che ancora una volta non piace a tutti ma comunque a tanti”.