L’avvocata luganese potrebbe dover rispondere di un ulteriore capo d’accusa: falsità in documenti. L’indagine è coordinata dal pp Daniele Galliano
La richiesta alla Procura di approfondire eventuali responsabilità penali dell’avvocata Simonetta Perucchi Borsa, che fa parte del Consiglio della magistratura, era stata fatta dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, nell’ambito della lettura della sentenza a carico di Nicolò Svizzero, lo scorso 13 settembre. Interpellato dalla Regione, il Ministero pubblico ha confermato l’apertura di un procedimento penale a carico dell’avvocata luganese. L’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Daniele Galliano – ne ha dato notizia stamani Il Mattino della Domenica – sembrerebbe avere un nuovo risvolto. Oltre alle imputazioni di riciclaggio di denaro e carente diligenza in operazioni finanziarie, l’avvocata luganese potrebbe dover rispondere anche di falsità in documenti.
Perucchi Borsa, lo ricordiamo, ha respinto con forza ogni accusa che, queste le sue parole, “per come è stata verbalmente mossa in mia assenza – nel contesto cioè di un processo nel quale non ho avuto alcun ruolo, a più di 5 anni dai fatti e dopo che avevo già spiegato e documentato il mio agire al Ministero pubblico – non può che apparire come un teatrale tentativo di recuperare presso terzi qualcosa del danno patito, ancorché a tutt’oggi non sia mai stata avanzata una richiesta risarcitoria esplicita nei miei confronti”. L’avvocata ha affidato a una presa di posizione la sua replica alla notizia relativa all’avvio, da parte del Ministero pubblico, del procedimento penale nei suoi confronti.