È terminato con successo il progetto sperimentale della Croce Rossa del Sottoceneri e visti gli esiti positivi è da attendersi che venga replicato
Migliorare le condizioni di vita dei malati di Parkinson. Questo lo scopo del progetto Music Park, portato avanti negli scorsi mesi dalla Croce Rossa del Sottoceneri (Crss) e appena terminato. Un progetto sperimentale e che pare aver raggiunto il proprio scopo. Stando alla Crss, l’iniziativa si è rivelata infatti un grande successo, al punto da venirne esteso il periodo di sperimentazione e da volerla replicare.
Il Music Park è effettivamente stato ideato con l’idea di studiare i possibili effetti benefici della musica per le persone con diagnosi di Parkinson. A tale scopo, si è attivata un’équipe composta da ergoterapisti della Crss, ricercatori e musicisti del Conservatorio della Svizzera italiana (Csi), psicologhe ricercatrici del Neurocentro e dell’Usi, con la direzione musicale del ricercatore Paolo Paolantonio del Csi e la supervisione dei dottori Salvatore Galati (Neurocentro e Istituto di neuroscienze) e Daria Dinacci (Clinica Hildebrand e Istituto di neuroscienze). Il progetto doveva durare dieci settimane: dal 19 aprile al 22 giugno. Ma visti gli esiti molto positivi, sono state organizzate attività aggiuntive dal 31 agosto al 27 settembre.
L’idea di sviluppare il Music Park è supportata, si precisa, da numerose evidenze scientifiche: “La musica può avere un impatto positivo (per i malati di Parkinson, ndr) sia come strumento terapeutico complementare sia nel contesto delle attività riabilitative, facilitando l’intenzione al movimento, la produzione e il proseguimento di azioni; inoltre, recenti studi internazionali suggeriscono che la partecipazione ad attività musicali possa influenzare positivamente anche l’assetto emozionale e motivazionale, grazie anche all’incremento delle attività creative e della promozione di interazioni sociali”. Partendo da questo presupposto, sono stati creati due gruppi da 15 persone affette da Parkinson. Un gruppo denominato come “sperimentale” ha partecipato al programma musicale e un altro chiamato “di controllo” ha partecipato ad attività ricreative non musicali, come tai chi, yoga, disegno, giochi di gruppo.
Nel dettaglio, le persone che hanno partecipato al progetto musicale hanno avuto la possibilità di ascoltare brani dal vivo eseguiti dai musicisti, suonare assieme a loro vari strumenti a percussione e preparare un repertorio che è stato eseguito al termine del programma nel contesto di una piccola esibizione volontaria. A tutte le persone coinvolte, prima dell’inizio del progetto e al suo termine, sono state somministrate delle scale cliniche e delle scale relative alla qualità della vita e del riposo notturno. Infine, i membri del “gruppo sperimentale” sono stati intervistati prima e dopo il programma stesso. E che cosa ne è emerso?
Beh, intanto che sono state pochissime le assenze e già questo è un indicatore di rilievo. “Inoltre, da una prima analisi delle interviste è emerso che il grado di soddisfazione delle persone che hanno partecipato al progetto musica è stato molto elevato e che tale esperienza ha avuto un impatto positivo sul loro benessere e la loro salute percepita. Infine, una prima analisi statistica del risultato delle scale cliniche somministrate all’inizio e alla fine del progetto, mostra una tendenza al miglioramento della qualità della vita percepita”. Questa prima analisi ha portato a estendere il progetto a settembre, per permettere al gruppo “di controllo” (che aveva svolto attività senza musica) di poter svolgere attività con i musicisti del Csi e per offrire inoltre al gruppo “sperimentale” la possibilità di proseguire anche in futuro con un’attività così fortemente apprezzata.
Anche al termine di questa seconda tranche è stata organizzata un’esibizione musicale. Inoltre, sono state nuovamente analizzate le risorse degli utenti per valorizzarle durante le attività attuando adattamenti e trovando soluzioni che permettessero a ognuno di partecipare attivamente. Gli utenti sono stati seguiti inoltre con l’obiettivo di riuscire a trasferire i benefici del percorso nella loro vita quotidiana. Infine, “è stata posta particolare attenzione alla socializzazione e agli scambi tra le persone con l’obiettivo di favorire la formazione di legami che potessero svilupparsi anche oltre la partecipazione al progetto”. I risultati finali saranno disponibili per la fine del 2023 e saranno inviati anche a riviste scientifiche del settore medico-neurologico-riabilitativo e a quelle che studiano gli effetti della musica sulla salute e il benessere, si precisa. Sulla base dei riscontri “molto positivi dei pazienti, riteniamo ci siano i presupposti per cercare di replicare in futuro queste attività”.
Per ulteriori informazioni sul progetto: www.crocerossaticino.ch/music-park.