Luganese

‘Truffatore spietato ed egoista’

Nel secondo giorno del processo a Nicolò Svizzero sono intervenuti i rappresentanti degli accusatori privati

In sintesi:
  • Una delle presunte vittime è stata convinta a investire oltre 20 milioni di euro che l'imputato avrebbe speso, per mantenere lo stile di vita elevato suo e della sua famiglia
  • Chiesto risarcimento milionario a un'avvocata luganese, coinvolta in un'operazione nel 2018
  • Secondo uno dei legali, l'imputato presenta ‘un’avidità che prevaleva persino sulla paura di andare in galera’
L’avvocato Emanuele Stauffer
(Ti-Press)
12 settembre 2023
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«Un truffatore di notevole caratura». È così che l'avvocato Emanuele Stauffer ha definito Nicolò Svizzero, accusato di truffa e riciclaggio, durante la seconda giornata del dibattimento alla Corte delle Assise criminali di Lugano. Stauffer rappresenta una delle presunte vittime di Svizzero, un ingegnere e imprenditore padovano, che tra il 2010 e il 2018 è stato convinto a investire oltre 20 milioni di euro. Soldi che, in realtà, non sarebbero mai stati investiti, ma l'imputato li avrebbe spesi, per mantenere lo stile di vita elevato suo e della sua famiglia. Sì, perché, secondo l’accusa, i genitori e la sorella sarebbero correi di Svizzero, e avrebbero partecipato attivamente a ingannare l’investitore, patrocinato da Stauffer, spingendolo nel 2018 a versare ulteriori 4,5 milioni, che l’imputato avrebbe utilizzato per risarcire un’altra vittima che minacciava di mandarlo in galera.

Chiesti 4,5 milioni all'avvocata Perucchi Borsa

In quest’ultima vicenda sarebbe stata coinvolta anche l’avvocata luganese, nonché membro del Consiglio della magistratura, Simonetta Perucchi Borsa, indicata da Stauffer come intermediaria finanziaria tra Svizzero e l’imprenditore padovano. «Perucchi Borsa sapeva che c’era un procedimento penale in corso – ha affermato Stauffer – e non ha eseguito i dovuti accertamenti antiriciclaggio». A conoscenza dello schema ‘buco tappa buco’, vi era presumibilmente anche la vittima che ha denunciato Svizzero nel 2018, che però non ha indagato sull’origine dei soldi ricevuti come compensazione delle sue perdite. Per questo, il patrocinato da Stauffer ha domandato un sequestro a carico di Perucchi Borsa e del beneficiario dei soldi, rispettivamente per 4,5 milioni e 3,9 milioni di euro.

‘Manifesta un'avidità estrema’

La parola è poi passata all’avvocato Marco Bertoli, rappresentante legale di svariate presunte vittime. «La truffa è peggio del furto, perché c’è la componente dell’inganno, che diventa ancora peggiore quando si inganna un amico» ha detto Bertoli. I suoi patrocinati hanno versato a Svizzero cifre che vanno dai 100mila franchi al milione di euro. Specialmente nel 2018, quando l'imputato «stava raschiando il fondo del barile e non esitava a chiedere soldi anche agli investitori meno facoltosi, promettendo grandi ritorni grazie a un affare in Cina». I soldi, anche in questo caso, e malgrado il procedimento pendente, sono stati spesi per vivere nel lusso, arrivando a svuotare il conto, sul quale erano rimasti meno di duemila euro, per trascorrere una notte in un nightclub milanese. «Un’avidità che prevaleva persino sulla paura di andare in galera», ha commentato Bertoli.