Luganese

‘Il Municipio di Paradiso non rispetta i diritti dei lavoratori’

Scontro frontale fra il Comune e il sindacato Unia, che accusa l’ente pubblico di non aver corrisposto adeguatamente il carovita. Il sindaco: ‘Falsità’.

Oltre due anni di braccio di ferro
(Ti-Press)
27 luglio 2023
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È guerra aperta fra Municipio di Paradiso e Unia. Fra ricorsi, due dei quali ancora pendenti, uno sciopero, lettere e incontri, e persino tre decreti d’accusa che sono stati impugnati e si andrà a processo, è in corso un braccio di ferro che dura ormai da due anni e mezzo. Pomo della discordia sono le condizioni di lavoro. Il sindacato è intervenuto a tutela di alcuni affiliati, estendendo poi l’attenzione a tutti i dipendenti comunali e accusando l’esecutivo di «non rispettare i diritti dei lavoratori». «Falsità», la secca replica del sindaco.

‘C’era un rilevante impiego di manodopera precaria’

«È un conflitto che va avanti dal 2021» premette Vincenzo Cicero, responsabile della sezione sottocenerina di Unia. «A inizio anno alcuni nostri associati hanno segnalato un forte peggioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto legate alla gestione e alla conduzione del personale». Cioè? «Forti pressioni da parte del Municipio, che prendevano diverse forme. Quella più emblematica era, a ogni minimo conflitto, la costante apertura di procedure amministrative, invece di cercare il dialogo. Inchieste pretestuose e per futili motivi, che infatti spesso finivano in nulla. Alcune di queste sono tuttora aperte da due anni». Non solo. «Inoltre, ci era stato segnalato un impiego rilevante di manodopera precaria, ne abbiamo contati una ventina: lavoratori che erano impiegati con contratti determinati a catena, che però erano vietati dal Regolamento organico dei dipendenti (Rod). Situazioni che duravano da diversi anni. Parallelamente a questo, c’era una continua revisione del Rod. Abbiamo contato circa 130 revisioni del Rod nell’arco di dieci anni. Un contesto che contribuiva a rendere confuso il sistema».

Un dipendente lasciato a casa, poi riassunto

Il sindacato ha dunque raccolto il mandato dei lavoratori e si è fatto avanti, arrivando a un incontro con il Municipio nel marzo del 2021. «Abbiamo chiesto la regolarizzazione di 3 della ventina dei precari, che erano impiegati nella squadra esterna, nel rispetto del Rod. Purtroppo abbiamo riscontrato sin da subito una scarsa propensione al dialogo. L’incontro si è rivelato di facciata, perché tutte le problematiche sollevate sono continuate e anzi sono state esasperate con nuove procedure amministrative e nuove modifiche al Rod. Tant’è che abbiamo chiesto un nuovo incontro a giugno, ma senza riscontro. A luglio ne abbiamo chiesto ancora uno, spiegando che in alternativa ci saremmo mossi con azioni sindacali. Per tutta risposta, il Municipio non ha rinnovato il contratto a uno dei tre dipendenti per i quali chiedevamo la regolarizzazione, dopo che era arrivato all’undicesimo contratto da precario in sei anni».

Tre decreti per lo sciopero del 2021. Impugnati: si andrà a processo

«L’abbiamo vissuta come una provocazione – continua Cicero –, ma tuttavia abbiamo chiesto ancora di incontrare il Municipio chiedendo il reintegro del lavoratore lasciato a casa. A settembre ci rispondono minacciandoci di denunciarci per coazione. Quindi abbiamo deciso di promuovere lo sciopero del 25 ottobre 2021». Quel giorno viene raggiunto l’acme della tensione. L’azione di Unia prevede, fra l’altro, il blocco dell’accesso al magazzino comunale con tre veicoli, allo scopo di riportare l’esecutivo al tavolo delle trattative. «L’azione ha portato dei risultati – osserva il sindacalista –: pochi giorni dopo sono stati regolarizzati i contratti dei circa venti collaboratori precari». Con un rovescio della medaglia: «Purtroppo siamo stati denunciati penalmente dal sindaco». Risultato: tre decreti d’accusa emessi nei confronti di Cicero, del sindacalista Matteo Poretti e del segretario cantonale di Unia Giangiorgio Gargantini, firmati dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, che ha prospettato per loro il reato di coazione e pene pecuniarie sospese.

Contestate le ultime modifiche del Rod, ricorso pendente

«Ci ha colpiti la velocità con la quale è stato emesso un decreto d’accusa nei nostri confronti, quando abbiamo denunce penali pendenti da tre, quattro o più anni, per mala edilizia, truffa, usura o altri reati gravi – lamenta Cicero –. Naturalmente abbiamo impugnato i decreti e siamo curiosi di andare a processo». Intanto, «a dicembre 2021 il Comune ha approvato un’ulteriore modifica del Rod, con nuovi peggioramenti delle condizioni di impiego». Per esempio? «Il congedo paternità. Quell’anno era stato introdotto il permesso da dieci giorni. Nel Rod approvato da Paradiso, il congedo è di cinque giorni e se ci si comporta bene allora sono di più. Ma sono diritti garantiti dalla legge. Tant’è che abbiamo un ricorso pendente da gennaio 2022 su quest’ultima modifica. Nel frattempo abbiamo fatto ricorso per il reintegro del dipendente lasciato a casa e il Consiglio di Stato (Cds) ci ha dato ragione e il lavoratore è stato riassunto, finalmente con un contratto a tempo indeterminato».

L’ultima disputa: il carovita

Dallo scontro sindacale a quello penale, fino all’ultimo capitolo, che ha portato con sé un ulteriore ricorso. «Abbiamo scoperto che il Comune non ha applicato correttamente il rincaro salariale per il carovita ai propri dipendenti – spiega Poretti –. Così ci siamo mossi per i nostri associati, ma è un problema che riguarda tutti». Poretti spiega che per diversi anni Paradiso non ha effettuato gli adeguamenti salariali in base al carovita, «che è un diritto sancito dal Rod», accumulando secondo il sindacato un mancato rincaro del 3,1%. «Solo nel 2022 è stato concesso lo 0,4%, che è comunque molto meno del dovuto, e nel 2023 il 3%, che invece era finalmente il giusto. Considerato che i lavoratori sottoposti al Rod sono 200, calcoliamo che il Comune ha risparmiato mezzo milione di franchi. Ed è una stima al ribasso».

Un secondo ricorso pendente per diniego di giustizia

Anche su questo tema c’è stata una corrispondenza con il Municipio, che tuttavia non ha dato sin qui esito. «Ci hanno spiegato che dal loro punto di vista è tutto a posto, in quanto loro avrebbero applicato il sistema in vigore a livello cantonale per il carovita. Ma, a parte il fatto che già solo questo è bizzarro in quanto è in vigore il Rod, oltretutto lo hanno interpretato in modo sbagliato. Riteniamo che, oltre alle proprie leggi comunali, abbiano infranto anche la Costituzione. Non c’è una decisione formale sulla questione del carovita, che fissi anche i rimedi di diritto se non la si approva, neanche se l’abbiamo chiesta. Non possiamo dunque esercitare i nostri diritti costituzionali e difendere i legittimi diritti dei lavoratori. Pertanto abbiamo fatto ricorso al Cds per diniego di giustizia».

‘Intervengano le autorità di vigilanza’

E siamo a due ricorsi pendenti. «Ci auguriamo che la situazione venga affrontata nelle sedi istituzionali competenti, perché dover fare ricorso su fatti così evidenti è un brutto segnale per la democrazia – per Poretti –. Ci teniamo a precisare che quando parliamo di Municipio, intendiamo unicamente il sindaco, che è stato il nostro unico interlocutore: gli altri municipali non si sono mai manifestati. Ci chiediamo se Paradiso, che ha quasi 5’000 abitanti ed è uno dei Comuni più ricchi del cantone, garantisca il rispetto dei diritti. Non è il caso che le autorità di vigilanza superiori intervengano? Oltretutto, la storia del rincaro ha un retrogusto amaro, perché nel 2021 i municipali si sono aumentati notevolmente le proprie retribuzioni».

LA REPLICA

‘Hanno il dente avvelenato con noi per i decreti’

Il sindaco Ettore Vismara, da noi raggiunto per una replica, si dice «inviperito» a causa di un sindacato «arrogante e prepotente» e dà una versione dei fatti differente. «Hanno il dente avvelenato con noi perché sono stati raggiunti da tre decreti d’accusa a causa dello sciopero del 2021. Ma cosa dovevamo fare? Hanno sbarrato l’accesso agli operai che dovevano erogare i servizi pubblici. Se non ci fossero questi tre decreti magari avremmo un approccio differente nei loro confronti. E poi sono arrabbiato perché mi sento attaccato. Se fossimo una ditta che sottopaga i dipendenti capirei, ma siamo un ente pubblico con paghe molto buone».

‘Circo messo in piedi da Unia’

Partendo dal 2021, Vismara nega le accuse relative alle problematiche sollevate allora dal sindacato, in particolare sui lavoratori precari. «Tutte falsità, è stato tutto sistemato a prescindere dai sindacati», che sarebbero poi «partiti a far la battaglia per pochi: non rappresentano 200-300 dipendenti, ma solo 2-3». Per arrivare poi all’oggi: «È un circo messo in piedi da Unia. Non fanno altro che aumentare la tensione a discapito degli interessi dei lavoratori».

Sul carovita: ‘Se abbiamo sbagliato, correggeremo’

Sulla questione del carovita, il sindaco evidenzia che «non siamo nell’illegalità, se abbiamo sbagliato correggeremo». «Noi applichiamo il regolamento dal nostro punto di vista in modo corretto, in analogia con quello che fa il Cantone. In ogni caso non sono io a fare tutto da solo: abbiamo un contabile federale e una giurista. Ora c’è questo ricorso che è pendente: attendiamo la decisione del Cds, se dovessero darci torto pagheremo senza problemi. Perché il nostro è un Municipio molto corretto e generoso con i dipendenti. E gestiamo bene la cosa pubblica, se no non faremmo 16 milioni di utili. Facciamo gli interessi della collettività». Se il governo dovesse dar torto al Comune, Vismara tuttavia si riserva di fare ricorso al Tribunale cantonale amministrativo, spiega. Infine, da noi interpellato anche sulla questione del congedo paternità, uno dei punti contestati dell’ultima modifica del Rod con l’altro ricorso pendente, il sindaco sostiene che «non è contestabile. È il diritto civile a essere cambiato, non quello pubblico. Non c’è l’obbligo per l’ente pubblico di adeguare la legislazione amministrativa al diritto civile, pertanto non eravamo nemmeno tenuti a cambiare il Rod».