Al termine dell’assemblea durata quattro ore i lavoratori hanno dato mandato al sindacato di avviare trattative contro il nuovo contratto ‘illegale’
Paura? L’imposizione di un tempo di decisione troppo stretto? (“(...) le chiediamo gentilmente di voler firmare e ritornarci entro il 28.10.2021 non oltre le ore 12.30 il nuovo contratto...”). Difficile dire. Di certo c’è che il nuovo contratto di lavoro sottoposto ai dipendenti da Divoora e ritenuto illegale dai sindacati Unia e Ocst è stato firmato dalla maggioranza dei lavoratori. Tutti felici e contenti? Nient’affatto. La battaglia contro il repentino cambiamento degli accordi prospettato dalla società di delivery ai circa 200 driver attivi nel recapitare pasti a domicilio a clienti di tutto il cantone prosegue. Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia, da noi raggiunto al termine dell’assemblea dei dipendenti svoltasi nel pomeriggio e durata quattro ore, dichiara: «I dipendenti di Divoora ritengono il nuovo contratto un passo indietro nelle condizioni, anche se lo hanno firmato. Noi contesteremo i contenuti del nuovo accordo stipulato dalle parti, perché decisamente illegale, e discuteremo con i titolari dell’azienda che intendiamo incontrare presto. L’assemblea ci ha dato un chiaro mandato di prendere contatto con l’azienda per una trattativa sul nuovo contratto».
Detto, fatto. Unia ha scritto a Divoora per richiedere un incontro con i suoi vertici e ha esposto punto per punto le diverse criticità del nuovo contratto. «Restiamo in fiduciosa attesa di un cenno da parte dei titolari» afferma Gargantini, che assicura come durante i lavori oggi «sono emerse da parte delle lavoratrici e dei lavoratori rabbia e delusione e la voglia di un confronto per venire a capo di una situazione ritenuta inaccettabile». Il punto più dolente del nuovo contratto datato 1° novembre 2021 riguarda le condizioni salariali: 35 centesimi al minuto, ma solo a far stato dall’ordine del cliente all’avvenuta consegna del pasto a domicilio. Prima e dopo questo tempo-lavoro nessuna retribuzione. Senza contare che nessuna tredicesima è prevista. L’assemblea svoltasi oggi rappresenta praticamente un novum per il settore, perché i dipendenti non spartiscono sedi comuni, ma lavorano individualmente con il proprio veicolo. Un’assemblea, dunque, tenutasi atipicamente “a gruppi” perché gli orari dei driver sono talmente flessibili che per il sindacato è stato difficile radunare tutti in uno stesso momento. Il sindacato Ocst, dal canto suo, non ha escluso a breve di denunciare in sede civile l’illegalità del nuovo contratto.