Luganese

‘Stillicidio di cattiverie’, stalker condannato a 18 mesi

All’uomo sarà proibito contattare in alcun modo l’ex compagna e dovrà seguire un percorso di cure psicologiche

Il giudice Siro Quadri
(Ti-Press)
25 luglio 2023
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Lo stalker non andrà in galera fintanto che rimarrà in terapia. È questa la decisione emessa oggi dalla Corte delle Assise correzionali di Lugano presieduta dal giudice Siro Quadri, nei confronti dell’uomo, ex pompiere professionista per la Città di Lugano, accusato di stalking nei confronti della sua ex compagna. Anche se, tecnicamente, parlare di stalking non sarebbe corretto, dal momento che, come precisato dallo stesso Quadri al momento della lettura della sentenza, il Codice penale svizzero non prevede questo reato. L’imputato, uno svizzero 39enne, è stato condannato infatti per ripetuta coazione e gli sono stati inflitti 18 mesi di detenzione sospesi per quattro anni, oltre al divieto assoluto di contattare la sua ex compagna – o la famiglia di lei –, e l’obbligo di mantenersene a una distanza di almeno cento metri. Alla vittima è stato anche accordato un risarcimento per danni morali.

‘Una relazione non serena’

«La Corte ha ritenuto particolarmente raccapricciante – ha affermato Quadri – come sia stato capace di mantenere due relazioni allo stesso momento, e al contempo mostrare alti livelli di gelosia». Da quanto è emerso, la relazione tra il 39enne e la sua vittima sarebbe sempre stata turbolenta, in particolare «a causa dell’ambiguità mostrata» dall’uomo, che illudeva la donna che avrebbe lasciato la moglie per stare con lei. «Era lui che continuava a cercarla, mentre lei rimaneva attaccata a un filo di speranza». La donna avrebbe poi deciso di lasciarlo, inviandogli una raccomandata in cui gli spiegava le sue ragioni, a fine ottobre 2022, ma «anziché finire è stato l’inizio di un incubo».

‘Un atteggiamento oggettivamente ostile’

Il 39enne dopo la rottura ha iniziato a perseguitare la donna chiamandola ripetutamente (almeno in 174 occasioni), spiandola e presentandosi più volte nei pressi della sua abitazione. «Dopo la raccomandata è iniziato uno stillicidio di cattiverie contro la vittima e contro le persone che frequentava. Le diceva che aveva continuato ad avere rapporti sessuali con la moglie anche mentre stava con lei, e che non aveva mai avuto intenzione di lasciarla. Che ragione c’era di dirle queste cose dopo la rottura, se non per cattiveria? Ha mostrato un atteggiamento oggettivamente ostile, incurante della sofferenza che il suo agire provoca negli altri» ha detto Quadri.

‘Reinserire prima che punire’

L’uomo non era nuovo a questo genere di fatti, trattandosi infatti di un caso di recidiva specifica, dal momento che «in passato ci sono state vittime uguali a questa». Nonostante ciò la Corte ha deciso, durante la decisione della pena, di «andare incontro» all’imputato, seppur «non per un apprezzamento arbitrario». Il giudice ha infatti deciso di concedere all’uomo una pena condizionale, scegliendo come misura sostitutiva un trattamento ambulatoriale per i suoi problemi psicologici, che comprendono comportamenti impulsivi e ossessivi e disturbi narcisistici. «Lo scopo del sistema penale è il reinserimento in società, prima che punire».

Interrotto il rapporto di lavoro

«Noi avevamo già avviato in primavera le procedure per interrompere il rapporto di lavoro – ha dichiarato Karin Valenzano Rossi, capodicastero Sicurezza e spazi urbani della Città di Lugano –. Lui ci aveva detto che aveva in corso una procedura di divorzio. Quando abbiamo capito che si trattava di ben altro non abbiamo riconfermato la sua posizione. Evidentemente non sapevamo che fosse accusato né tantomeno giudicato per questo tipo di reato».

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