Per l'accoltellamento all'esterno del Blu Martini di Lugano la Corte delle Assise criminali ha riconosciuto il tentato omicidio per dolo eventuale
È stato un ripetuto tentato omicidio per dolo eventuale. È questa la conclusione a cui è arrivata la Corte delle Assise criminali di Lugano, chiamata a giudicare l'accoltellamento avvenuto il 10 luglio scorso all'esterno della discoteca Blu Martini. Il 20enne algerino a processo da martedì è stato condannato a 4 anni e sei mesi di carcere e al pagamento di una multa di 200 franchi. Il giovane, che ha accolto la sentenza tra le lacrime, è inoltre stato espulso dalla Svizzera per 7 anni (espulsione che, per decisione della Corte non sarà iscritta nel Sistema di informazione di Schengen). La procuratrice pubblica Anna Fumagalli aveva chiesto una condanna a 8 anni e mezzo per ripetuto tentato omicidio intenzionale. L'avvocato Ryan Vannin si è invece battuto per una pena non superiore ai 18 mesi per lesioni semplici qualificate. Accusa e difesa hanno già annunciato che non intendono rivolgersi alla Corte d'Appello e revisione penale. «È una storia di mancata inclusione, della rabbia che ne può derivare e dello sfogo della violenza – sono state le parole della giudice Francesca Verda Chiocchetti durante la motivazione orale della sentenza –. La scintilla è nata da un’accesa lite per futili motivi dove lui ha avuto la peggio. Non di meno ha reagito scivolando in una spirale di cieca violenza». La Corte ha evidenziato «la pluralità di reati e la reazione furiosa e bieca in un lasso di tempo ristretto e nonostante il tentativo di placarlo». Quanto successo all'esterno del ritrovo e nella vicina piazza San Rocco è stata la conseguenza di quanto accaduto poco prima all'interno del locale. L'imputato ha palpato il sedere a una ragazza che stava ballando, un'altra giovane (quella che poco dopo è stata ferita) lo ha rimproverato e spinto (il 20enne è stato condannato anche per vie di fatto, per averle messo una mano al collo, senza stringere), facendo scoppiare un pestaggio, dove lo stesso imputato ha avuto delle conseguenze. Il tutto si è poi spostato all'esterno.
Parlando di quanto successo il 10 luglio scorso all'esterno della discoteca, la giudice ha voluto mostrare dei fotogrammi delle immagini di videosorveglianza. Per quanto riguarda il ragazzo rimasto illeso, il 20enne è stato prosciolto dall'accusa di avergli sfiorato il petto e il viso con il coltello. Dalle immagini, ha illustrato la giudice, «si vede che usa il braccio sinistro, dove aveva in mano un fazzoletto che utilizzava per pulirsi il sangue che aveva in faccia. Mentre il coltello era nella mano destra». Un'azione, ha aggiunto Verda Chiocchetti, «di pochi secondi: non aveva il tempo materiale per fare il cambio, e con un fazzoletto non poteva fare male a nessuno». Diverso il discorso per il colpo, peraltro ammesso dall'imputato, finito contro il muro, dove la vittima era appoggiata «Il colpo è stato sferrato in prossimità del collo: durante l'inchiesta ha ammesso che era appena sopra la spalla destra. Negli istanti successivi, la vittima fa uno scatto repentino a sinistra, nel tentativo di non essere colpito». Per la Corte «con il suo agire ha preso in conto di poterlo colpire e cagionare la sua morte: è stato quindi un tentato omicidio per dolo eventuale».
Passando alla ragazza, che nei fatti ha riportato due ferite da taglio, una al mento e una all'avambraccio, la Corte ha riconosciuto quale tentato omicidio per dolo eventuale il colpo che ha portato al ferimento al mento. «Un colpo – ha motivato la Corte – da destra a sinistra utilizzando il braccio destro. Non ci sono dubbi che l'imputato ha preso in considerazione di colpire il collo della vittima in un punto che poteva portare alla sua morte. Un fatto, questo, indicato anche dal referto medico». Il colpo che ha portato alla ferita al braccio «non è stato inferto all'altezza del collo». La Corte ha indicato che, dal video, emerge «che gli avambracci sono stati alzati al massimo davanti al busto». Per questo episodio «non c'è alcun tentativo di uccidere nemmeno per dolo eventuale. Si è trattato di lesioni semplici qualificate perché è stato utilizzato il coltello». La Corte ha stabilito un risarcimento per torto morale di 1'000 franchi per il ragazzo e di 2mila per la ragazza. I loro avvocati, Felice Dafond e Fiammetta Marcellini, avevano chiesto per entrambi cinquemila franchi.