Luganese

Lugano Region approva la vendita del parco San Grato

L’assemblea ha accolto l’accordo di cessione alla Città per 1,8 milioni di franchi (più 300’000 per due anni di manutenzione), così come da compromesso

Vista privilegiata sul Basso Ceresio
(Ti-Press)
21 giugno 2023
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Manca ancora l’ultimo tassello, ossia l’ok definitivo del Consiglio comunale (Cc) di Lugano, ma questa sera è stato compiuto un passo importante verso la cessione del parco San Grato alla Città. L’assemblea dell’ente turistico ha approvato infatti il messaggio concernente la vendita dell’area verde di Carona e dei suoi immobili per un prezzo di vendita di 1,8 milioni di franchi. A questi, si aggiungono 300’000 franchi che il Comune verserà a Lugano Region per la manutenzione del parco per i primi due anni dalla compravendita.

Un iter tortuoso

L’iter della vicenda è stato piuttosto tortuoso. Poco meno di due anni fa l’assemblea aveva infatti già dato il proprio assenso alla transazione. Ma a condizioni differenti. Era il 1° ottobre e i delegati approvarono il messaggio originario per un prezzo di vendita di 2,8 milioni di franchi. Diverse erano anche le condizioni relative alla manutenzione del sedime: l’ente avrebbe dovuto occuparsene per i primi quattro anni per un controvalore di 600’000 franchi in totale. In definitiva, il valore finale di vendita era stato stimato a 2,2 milioni.

Commissioni scettiche

Questa prima proposta tuttavia si incagliò nelle commissioni cittadine competenti: Edilizia e Gestione. Questo, anche perché nel messaggio municipale era presente un ulteriore elemento non di poco conto, ossia la richiesta di credito per la ristrutturazione degli immobili presenti sul fondo per un importo di 1,65 milioni. Il totale del messaggio superava dunque i 3,8 milioni di franchi. Una somma che ha suscitato le perplessità dei commissari, che hanno chiesto numerosi approfondimenti, concretizzatisi a loro volta in alcuni incontri guidati dal presidente dell’ente (Bruno Lepori prima, Paolo Filippini poi). Le discussioni sono durate diversi mesi e sono sfociate infine in un nuovo accordo, ritenuto “ragionevole” dai vertici di Lugano Region “in considerazione degli impegni addizionali che la Città propone di investire nella casa colonica”.

Il nuovo accordo

Il nuovo accordo, nel dettaglio, prevede un prezzo di vendita nettamente inferiore rispetto alla prima versione: 1,8 milioni invece di 2,8. Questi 1,8 sono calcolati come somma fra 700’000 franchi di base e 1,1 milioni quale investimento anticipato dall’ente turistico per il restauro del ristorante. Cambiate anche le condizioni relative alla manutenzione. Il personale di Lugano Region se ne occuperà per due anni invece di quattro, “di modo che la squadra di addetti potrà dedicarsi (prima, ndr) alla manutenzione della nostra importante rete di sentieri potenziando così il nostro impegno a favore dell’intero territorio dell’ente”. Il vantaggio non è solo temporale, ma anche finanziario: la Città pagherà 300’000 franchi per le prestazioni. In questo modo, calcola l’ente turistico, il valore finale per la vendita ammonta a 2,1 milioni, di poco inferiore rispetto alla prima versione.

Vocazione turistica

Qualora anche il Cc di Lugano dovesse approvare il nuovo messaggio, verrà dunque sottoscritta una convenzione tra le parti per avviare la transazione, con l’obiettivo comune finale di valorizzare il parco sia per i turisti sia per i locali. Il parco, ricordiamo, ha una superficie di circa 212’000 metri quadrati, 62’000 dei quali sono occupati dal giardino botanico. Si trova in parte all’interno dell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale e si estende da Carona fino all’Arbostora. Originariamente, la proprietà apparteneva al Patriziato di Carona, che lo cedette nel 1943 all’avvocato Martin Othmar Winterhalter, noto per essere l’inventore della cerniera lampo e fondatore della RiRi di Mendrisio. Winterhalter vi aveva insediato la propria residenza estiva, della quale ora rimangono la masseria e la stalla dei cavalli (trasformata in ristorante). L’allora proprietario avrebbe voluto sfruttare la collina di Carona, estraendo acqua sorgiva con proprietà terapeutiche. Nel 1957, la proprietà passò a Luigi Giussani, amministratore delle acciaierie Monteforno di Bodio, il quale creò il parco botanico e trasformò gli stabili in ristorante e appartamenti, e costruì l’attuale piscina di Carona e la teleferica che collegava Melide a Carona. Nel 1983, la proprietà passò a Ubs, la quale, nel 1997, cedette la piscina all’allora Comune di Carona e il parco botanico all’Ente turistico, gratuitamente.

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