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Parco San Grato, le commissioni abbassano il prezzo d'acquisto

Dopo un anno e mezzo di ‘gestazione’, Edilizia e Gestione non seguono nemmeno l'ultima proposta di compromesso giunta dal Municipio

C’è ancora da pedalare, prima di arrivare al traguardo
(Ti-Press/Archivio)
19 aprile 2023
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Si prospetta una strada sempre più in salita, in tutti i sensi, per la cessione del Parco San Grato da Lugano Region alla Città di Lugano. Il messaggio del Municipio è nelle commissioni della Gestione e dell’Edilizia, per l’esame, da oramai un anno e mezzo. Un lungo periodo che però non è bastato a far digerire il prezzo di vendita di 2,8 milioni di franchi, più 1,1 milioni, che è stato giudicato troppo elevato. Un prezzo, nel frattempo, ridotto in vari tentativi di compromesso, che pare non abbia fatto breccia tra i commissari.

Al vaglio, un emendamento sostanziale

Da qui, la presa di posizione congiunta che dovrebbe giungere nei prossimi giorni sul tavolo del Municipio, da parte delle due commissioni, che ribadiscono la richiesta di riduzione del costo iniziale proposto, con la manutenzione del parco a carico della Città di Lugano da subito, oppure dopo un anno dall’acquisto. Secondo nostre informazioni, la gran parte dei commissari sarebbe orientata verso la presentazione un emendamento sostanziale, che obbligherebbe l’esecutivo di Lugano al ritiro del messaggio.

Per il momento, questa è una delle ipotesi in valutazione dopo le riunioni di lunedì sera, da parte dell’Edilizia e della Gestione. Entrambe le commissioni, per usare un eufemismo, non hanno apprezzato l’ultima proposta di compromesso giunta dall’esecutivo, con l’offerta di vendita di 2,8 milioni di Lugano Region con la manutenzione a carico dell’ente per due anni. Vorrebbero, da parte della Città, idee più chiare sullo sviluppo del comparto. In particolare, richiedono un piano finanziario, a lungo termine, con le priorità di investimento per rilanciare l’area e sistemare la villa.

Manutenzione da subito alla Città

Le due commissioni avevano dapprima proposto un compenso di 1,8 milioni di franchi e la ripresa, da subito della manutenzione della vasta area da parte della Città di Lugano. Poi, nel tentativo di raggiungere un compromesso, l’esecutivo cittadino ha indetto una riunione, con i membri dell’Edilizia e della Gestione, alla presenza dei vertici di Lugano Region. Tuttavia, non è piaciuta nemmeno l’offerta di mettere a carico di Lugano Region la manutenzione per quattro anni, abbassando il prezzo a carico della Città di 600’000 franchi, quindi a 2,2 milioni.

A rischio di cortocircuito istituzionale

Questa situazione bloccata potrebbe creare un cortocircuito istituzionale, visto che nell’autunno del 2021 l’assemblea straordinaria dell’Ente turistico del Luganese approvò a larghissima maggioranza la proposta del Consiglio di Amministrazione di cedere la proprietà del Parco San Grato di Carona alla Città di Lugano, con effetto a partire dal 1° gennaio 2022. Alla luce di una maggioranza che non sembrerebbe esserci ancora nel legislativo, nel caso la cessione del sedime non andasse in porto, l’assemblea di Lugano Region sarebbe costretta a tornare a contarsi sul tema.

Un valore aggiunto riconosciuto da tutti

Durante il voto assembleare dell’ente turistico, venne ricordato che la proprietà verrà ceduta a un prezzo di 2,8 milioni di franchi, di cui 1,1 milioni di franchi come investimento anticipato dall’ente per i lavori di risanamento del ristorante e delle terrazze degli appartamenti. Tale prezzo era quello indicato dal primo messaggio municipale, presentato nel settembre del 2021.

Tutti i consiglieri comunali concordano e riconoscono il valore del comparto che ha una superficie di 212’493 metri, di questi circa 62’000 metri quadrati sono occupati dal giardino botanico, considerato un patrimonio e una meta prediletta dai visitatori del Luganese e dalla comunità locale. Gran parte dei commissari, non condividono, però, le modalità di Lugano Region e i contenuti del messaggio.

Sito naturale d’importanza nazionale

Il Parco San Grato si trova in parte all’interno dell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale e si estende da Carona fino all’Arbostora. Originariamente, la proprietà apparteneva al Patriziato di Carona, che lo cedette nel 1943 all’avvocato Martin Othmar Winterhalter, noto per essere l’inventore della cerniera lampo e fondatore della RiRi di Mendrisio. Winterhalter vi aveva insediato la propria residenza estiva, della quale ora rimangono la masseria e la stalla dei cavalli (quest’ultima trasformata in ristorante). L’allora proprietario avrebbe voluto sfruttare la collina di Carona, estraendo acqua sorgiva con proprietà terapeutiche.

Nel 1957, la proprietà passò a Luigi Giussani, amministratore delle acciaierie Monteforno di Bodio, il quale creò il parco botanico e trasformò gli stabili in ristorante e appartamenti, e costruì l’attuale piscina di Carona e la teleferica che collegava Melide a Carona. Nel 1983, la proprietà passò a Ubs, la quale, nel 1997, cedette la piscina all’allora Comune di Carona e il parco botanico all’Ente turistico.

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