Luganese

Bullismo, lacrime e capelli strappati fra ragazzine 13enni

Sconcertante aggressione di un gruppo di giovanissime ai danni di una coetanea del Luganese, che filmano tutto. Vicenda segnalata alla Polizia cantonale.

Da Instagram a Telegram, via WhatsApp
17 giugno 2023
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È un pugno allo stomaco. Per i contenuti e per l’età delle protagoniste, che sono tutte ragazzine di scuola media. Stiamo parlando di un breve filmato che riporta un atto di bullismo perpetrato da alcune giovanissime ai danni di una coetanea, alla quale vengono strappate delle ciocche di capelli. Nonostante le lacrime della vittima, le altre ragazze continuano a prenderla di mira esibendo lo scalpo davanti all’obiettivo. Una scena sconcertante, accaduta nel Luganese un paio di settimane fa e ripresa dal cellulare. E per di più finita sui social.

Un branco al femminile

Non devono ingannare le borse oversize, il trucco appariscente, i capelli piastrati o i vestiti da grandi. Le protagoniste del video sono giovanissime, delle 13enni, che frequentano due distinte scuole medie del Luganese. Il mezzo minuto circa di clip parte con in primo piano la vittima e quella che sembrerebbe la bulla principale, che chiameremo rispettivamente Elisa e Anna (nomi di fantasia, vere identità note alla redazione). Anna sta già tirando i capelli a Elisa, mentre un altro paio di ragazze assiste alla scena sostenendo Anna a parole e una quarta filma. Un piccolo branco tutto al femminile. Un altro paio di ragazze di passaggio si avvicina da dietro, si ferma e assiste senza intervenire.

Sventolano le ciocche staccate, ridendo

Dopo pochi secondi ad Anna resta in mano una ciocca, piuttosto consistente, dei capelli biondi di Elisa. Forse stupita o colta da un barlume di consapevolezza, la bulla molla per un attimo la presa mentre le altre ragazze schiamazzano esaltate. La vittima si volta per andarsene mentre una delle altre ragazze fa notare che sta piangendo. Le sue lacrime più che far da deterrente sembrano riaccendere la prepotenza del branco, al punto che Anna riafferra nuovamente Elisa per i capelli. Quest’ultma si piega in due, cerca di nascondersi il volto, mentre le viene strappata un’altra ciocca di capelli. Le bulle, sorridenti e divertite, sventolano lo scalpo davanti all’impietoso obiettivo del cellulare, mentre la vittima finalmente riesce ad allontanarsi. Due delle ragazze la inseguono, deridendola, al grido di «vieni qui che te li ridiamo (i capelli, ndr)». Il filmato si chiude con una bestemmia della regista e un’ultima inquadratura per il trofeo.

Vittima già bullizzata

Immagini che impressionano e che vengono diffuse in breve tempo in diversi gruppi chiusi – ma affollati – su vari canali social, da Instagram a Telegram, passando per WhatsApp. Da quei trenta secondi circa non emerge il motivo dell’aggressione, potrebbe essere qualsiasi. Stando a nostre informazioni, tuttavia, non sarebbe la prima volta che accade un episodio di questo genere negli ultimi mesi e in particolare la ragazza vittima dell’atto di bullismo sarebbe stata ripresa a inizio anno in un filmato ancor più cruento, nel quale veniva picchiata finendo al suolo tra calci e pugni di due altre ragazze e con attorno almeno una decina di altri giovanissimi (anche maschi): nessuno interveniva per aiutarla.

In corso le verifiche della Polcantonale

Specchio di una violenza che tocca ragazzi sempre più giovani e anche di sesso femminile, il video è fortunatamente finito anche a chi di dovere: la Polizia cantonale. Da noi contattata, ci ha così risposto: “Siamo al corrente della situazione, che ci è stata segnalata e che stiamo monitorando. Sono di conseguenza stati avviati i necessari accertamenti per chiarire i fatti. Date le verifiche in corso, che riguardano dei minorenni, e a tutela dell’insieme delle parti coinvolte, al momento è prematuro esprimerci ulteriormente”. Gli agenti sono dunque al corrente dell’accaduto e del contesto dell’episodio.

Una presa a carico scolastica

Sebbene i fatti ripresi e qui descritti non siano avvenuti in ambito scolastico, abbiamo ritenuto doveroso provare a contattare le due scuole medie del Luganese frequentate dalle ragazze protagoniste del video. Mentre dalla sede frequentata da Anna abbiamo ricevuto un riscontro rassicurante sulla presa a carico con i servizi scolastici preposti della situazione, nonostante le sollecitazioni non siamo stati ricontattati dall’altra sede, quella frequentata dalla vittima, per un confronto. Non sappiamo dunque se la segnalazione alla Polcantonale sia partita dalla scuola di Elisa o dalla sua famiglia.