Luganese

Spacciava droga per pagarsi il consumo: 46enne condannato

L’uomo ha venduto quantità importanti di cocaina, marijuana e hashish tra Luganese e Mendrisiotto. Pena sospesa a favore di una terapia a Villa Argentina

In sintesi:
  • Se l'uomo non seguirà le indicazioni degli specialisti durante il trattamento, dovrà scontare quattro anni e tre mesi
  • La perizia psichiatrica ha riscontrato una lieve scemata imputabilità a causa della dipendenza 
L’imputato ha chiesto e ottenuto un trattamento stazionario a Villa Argentina
(Ti-Press)
15 giugno 2023
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«Vendendo la droga per potermela comprare pensavo di essere furbo. Invece ho sbagliato, perché purtroppo sono un tossicodipendente». C’è consapevolezza nelle parole del 46enne ticinese del Mendrisiotto condannato oggi alle Assise criminali di Lugano per infrazione (aggravata e non) e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, per aver spacciato e consumato cocaina, marijuana e hashish. Una consapevolezza tramutatasi dapprima in un’importante collaborazione con gli inquirenti e successivamente in una richiesta d’aiuto ribadita anche durante l’istruttoria di fronte alla Corte presieduta da Siro Quadri. Un appello accolto, tanto che la pena di quattro anni e tre mesi è stata integralmente sospesa a favore di un trattamento stazionario a Villa Argentina.

Spaccio al Ciani e una piantagione indoor a Mendrisio

L’imputato è stato arrestato a inizio anno e da allora si trova in carcere. L’accusa più grave riguarda la vendita, da solo e con altri spacciatori, di importanti quantità di cocaina tra ottobre dello scorso anno e l’inizio di questo. In totale si parla di 750 grammi, in parte però anche procurati gratuitamente a un’amica. Lo spaccio avveniva in diverse località sottocenerine, ma in particolare al parco Ciani di Lugano. Nel 2020 e nel 2021, a Mendrisio, ha anche procurato 1,35 chili di derivati della canapa, marijuana e hashish a un altro conoscente con il quale aveva allestito una piantagione indoor. Questo, perché lui stesso è un consumatore, e tra maggio del 2022 e l’arresto ha consumato 190 grammi di coca e 220 fra marijuana e hashish. Tutti i reati sono stati ammessi.

Lieve scemata imputabilità

«È da cinque mesi che sono pulito e mi sento molto meglio – ha detto l’imputato in aula –. Mi sono reso conto di aver bisogno di un sostegno psicologico specifico, che in carcere non ho, per questo vorrei andare in comunità e seguire un percorso». A supporto del suo desiderio, anche la perizia psichiatrica effettuata in carcere, come evidenziato dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo. «L’imputato è stato identificato e fermato nell’ambito di un’altra inchiesta, ma ha assunto subito le sue responsabilità – ha premesso –. Ha un trascorso di tossicodipendenza importante, che si è incrementato dopo il divorzio sfociando in un consumo costante. Purtroppo i trascorsi penali (tre condanne precedenti per fatti simili e oltretutto il 46enne ha infranto la legge durante l’ultimo periodo di prova concessogli, ndr) non sono serviti come monito per dissuaderlo dal delinquere. Il perito ha riscontrato un disturbo relativo a questa sua dipendenza e a causa del consumo gli è stata riscontrata una lieve scemata imputabilità, consigliandogli quindi un percorso in una struttura chiusa».

Accordo con la difesa

La pp ha comunque puntualizzato che si tratta di fatti gravi, a causa dei quantitativi importanti di droga e del breve lasso di tempo durante il quale è stata venduta, sottolineando tuttavia la forte collaborazione dell’imputato. «Con la difesa (rappresentata dall’avvocata Ioana Mauger, ndr) abbiamo discusso per una pena equa e giusta, quantificata in trentasei mesi. A questi aggiungiamo i quindici da revocare delle condanne precedenti». Totale: quattro anni e tre mesi e una multa di duecento franchi. Il tutto sospeso a favore del trattamento stazionario chiuso. «Le diamo fiducia un’ulteriore volta – ha ammonito la Corte, accogliendo la richiesta di pena –. Ma se non segue quel che le dicono gli specialisti, tornerà in carcere».