Luganese

Pronta a curarsi per uscire ‘dal vortice della droga’

Alle Assise criminali di Lugano è comparsa una donna di 32 anni. Dalle sue mani sono passate cocaina, eroina e derivati della canapa

Gli acquirenti erano del Sottoceneri
(archivio Ti-Press)
13 giugno 2023
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Sa che deve curarsi ed è pronta a farlo la 32enne comparsa davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano per rispondere di infrazione, infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Il giudice Siro Quadri (a latere Emilie Mordasini e Monica Sartori-Lombardi) ha accolto l'accordo raggiunto dalle parti – la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo e l'avvocato Alessia Angelinetta – e ha condannato la donna a 28 mesi, di cui 6 da scontare e il resto sospeso per un periodo di prova di due anni. La Corte ha dovuto chinarsi su un quesito principale: scarcerare subito l'imputata – le restano da scontare 35 giorni – per permetterle di iniziare il trattamento ambulatoriale stabilito dalla perizia psichiatrica o aspettare il termine? Nel motivare la sua decisione, il giudice ha indicato che «uscire oggi dal carcere è prematuro. Scontare i sei mesi permette a chi si dovrà occupare di lei in futuro di organizzare qualcosa di più sicuro». La donna inizierà a seguire il trattamento ambulatoriale già in questi ultimi giorni di detenzione.

Due periodi di reato

I fatti imputati alla 32enne, interamente ammessi, risalgono ai periodi dall'autunno-inverno 2021 al settembre 2022 e dal dicembre 2022 al 13 marzo di quest'anno. In mezzo una prima scarcerazione che non ha permesso di raggiungere gli obiettivi. «I due anni peggiori della mia vita», sono state le parole della donna. Come stabilito dalla perizia richiesta dalla Corte, la 32enne è caduta in un vortice, ma il malessere è curabile. Il malessere è il mondo della droga. Nel primo periodo dei reati ha alienato o procurato in diverse località del Sottoceneri almeno 533,4 grammi di cocaina. Nella seconda fase ha importato dall'Italia circa 20 grammi di cocaina e ha alienato circa 450 grammi di derivati della canapa. Nella sua abitazione del Mendrisiotto («è stato il mio incubo») sono invece stati trovati 0,93 grammi di eroina. Per la procuratrice pubblica l'imputata «è caduta in un momento di stress emotivo che non ha saputo gestire». L'accordo proposto ha comunque tenuto conto della gravità dei fatti, della recidiva, dell'assenza di condanne rilevanti e della piena collaborazione. «Per evitare il pericolo di recidiva – ha aggiunto Lanzillo – occorre una misura ambulatoriale di una certa intensità con costanti incontri con Ingrado e il medico psichiatrico». La rappresentante dell'accusa si è rimessa al giudizio della Corte sui rimanenti 35 giorni.

‘Va reinserita il prima possibile’

L'avvocato Angelinetta ha invece chiesto la scarcerazione immediata «per permetterle al più presto di seguire la misura terapeutica suggerita: è una mamma di tre figli che va reinserita nella società il più presto possibile, una donna fragile che vuole avere la possibilità di dimostrare a sé stessa e ai suoi figli che con il giusto supporto terapeutico può gettare le basi per la sua nuova vita». In quella vecchia «c'è stato un concatenarsi di elementi che l'hanno portata nel tunnel della droga, l'unica soluzione che ha trovato è stato un percorso malsano nel mondo sconosciuto del consumo e dello spaccio». Nel motivare la sentenza, il giudice Quadri ha ricordato che «lo scopo di un processo, quando si può, è che certe cose non succedano più e avere i mezzi per fare in modo che non si torni più nel vortice. Senza la perizia psichiatrica, probabilmente la richiesta di pena sarebbe stata molto superiore: non è recidiva, ma le sostanze sono state diversificate e in quantità: aspettare la fine dei sei mesi è la soluzione più prudente e sicura possibile».