L’inchiesta amministrativa: ‘Il direttore precedente della scuola del Luganese avrebbe dovuto dare seguito alle segnalazioni. Ma non è più sanzionabile’
«Le voci di comportamenti inadeguati erano da prendere sul serio e imponevano un comportamento diverso». Questa la conclusione forse principale dell’inchiesta amministrativa alla quale è giunta la Commissione d’inchiesta in poco più di quattro mesi di lavoro sul caso dell’ex direttore della scuola media del Luganese arrestato lo scorso settembre e condannato poi a febbraio a tre anni in larga parte condizionalmente sospesi per atti sessuali con fanciulli. Il 40enne, ricordiamo, ha avuto al termine dell’anno scolastico 2021-22 una relazione con una allieva, un rapporto consenziente ma vietato dalla legge in quanto la giovane aveva meno di 16 anni.
E poco prima che terminasse l’inchiesta penale, condotta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, si è messa in moto quella amministrativa. E i risultati sono stati presentati oggi dall’avvocata Maria Galliani, membro della commissione, coadiuvata dalla legale Demetra Giovanettina. «Sono stati acquisiti gli incarti penali e portate avanti venti audizioni con docenti, genitori, terze persone. Mentre l’inchiesta penale ha accertato che i fatti più gravi sono avvenuti a scuola terminata, l’inchiesta amministrativa si è focalizzata sui mesi precedenti, quelli primaverili» ha spiegato quest’ultima. «E sono emersi comportamenti inadeguati del docente e futuro direttore (il condannato sarebbe diventato direttore con il corrente anno scolastico, quand’è stato arrestato, ndr)». Comportamenti già in larga parte emersi: il modo di affrontare la sessualità durante le lezioni, una chat con gli allievi dove si parlava di sesso, comportamenti inopportuni in generale e il disagio di numerose allieve.
Comportamenti dei quali si sono rese conto numerose persone: docenti, genitori, allievi in primis. E di segnalazioni ce ne sono state. «Ma l’allora direttore ha deciso di non segnalare a sua volta la vicenda al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), limitandosi a parlare con lui e raccomandandogli un comportamento più adeguato e di chiudere la chat» ha aggiunto Giovanettina. L’inchiesta amministrativa ‘scagiona’ i docenti incarica, come spiegato da Galliani: «Nessuno di loro ha violato i doveri di servizio. È vero, c’è anche chi non ha segnalato le voci al direttore, ma questi docenti hanno agito in buona fede, perché avevano presunto che altri lo avrebbero fatto perché c’era condivisione sul tema». Come infatti è successo, sono stati più d’uno gli insegnanti che si sono rivolti al direttore in carica.
E proprio contro di lui, che peraltro ha partecipato all’inchiesta, punta il dito la commissione: «Aveva tutti gli elementi, dati segnali convergenti, che imponevano un comportamento diverso – ha detto Galliani –. Non ha correttamente valutato le informazioni che erano in suo possesso. Andava fatta una valutazione diversa, con un intervento più strutturato. Andavano coinvolti i vertici del Decs, anche perché era in predicato per diventare il nuovo direttore. Si sarebbero dovuti effettuare approfondimenti nella sede scolastica, che non sono stati fatti. Il direttore non poteva limitarsi a contenere il problema. È stata accertata una responsabilità: è venuto meno all'obbligo di assicurare un ambiente sano e ottimale che sono chiamati a garantire i docenti e in particolar modo i direttori». Parole pesanti, ma che non avranno conseguenze: «Non sono previste sanzioni di carattere amministrativo nei suoi confronti, perché non è più alle dipendenze dello Stato». L’uomo infatti è ormai pensionato.
A proposito delle segnalazioni giunte a quest’ultimo, è stato detto che sono state tutte orali. Si è parlato anche di un video che ritraeva il condannato mentre passeggiava con alcune allieve. Un video che tuttavia la commissione non ha visionato perché «i contenuti erano noti e gli elementi in possesso erano sufficienti per l’inchiesta». A fronte delle segnalazioni e del disagio presenti, una domanda sorge spontanea però: se il direttore non ha segnalato al Decs il caso, come mai non lo hanno fatto i docenti che si sono invece a lui rivolti? «Per rispetto gerarchico – ha chiarito Galliani – e perché tutti avevano presunto che il direttore avrebbe segnalato. Alcuni di loro, tuttavia, hanno detto che se la situazione non fosse cambiata a settembre si sarebbero rivolti a Tiziana Zaninelli (caposezione Insegnamento medio del Decs, ndr)».
Due le precisazioni fatte dall’avvocata. «Le voci di comportamenti inadeguati erano da prendere sul serio e imponevano un comportamento diverso, ma non contenevano evidenze di fatti penalmente rilevanti, che infatti si sono rivelati dopo la fine dell'anno scolastico. Fino a fine maggio 2022 di reati non ne erano ancora stati commessi. Erano segnalazioni di comportamenti inopportuni ma penalmente non rilevanti». In altre parole, i suoi comportamenti inopportuni non erano indizio di reato penale. In secondo luogo, «non si può dire che il mancato approfondimento o la mancata segnalazione al Decs siano il nesso causale di quanto avvenuto, non è dato sapere se un diverso comportamento avrebbe evitato quanto successo dopo maggio 2022».
E sul modo di agire del Decs? Poche parole: «Il Decs non era al corrente di quel che stava accadendo. Se al Decs non arrivano informazioni che possano in qualche modo sospendere la nomina, c’è poco da fare. Il tappo si è verificato nella sede della scuola media e il Decs ha seguito la procedura standard (per la nomina del nuovo direttore, ndr)». «Proprio per questo verrà potenziata la procedura di selezione delle direttrici e dei direttori» ha detto invece la direttrice del Decs Marina Carobbio, introducendo l’altro tema di giornata: le misure che il dipartimento ha deciso di adottare in seguito a questo caso.
La consigliera di Stato ha spiegato che il dipartimento ha stabilito delle nuove direttive in caso di comportamenti inadeguati (che oggi saranno pubblicate sul sito del Decs), oltre a diverse altre novità. A cominciare dal rafforzamento della formazione e della sensibilizzazione dei docenti cantonali, tramite due canali: l’abilitazione di base e della formazione continua obbligatoria dei docenti in collaborazione con gli enti formativi preposti (Dipartimento formazione e apprendimento e Scuola universitaria federale per la formazione professionale) e formazioni interne al Decs. Infine: valutazione e coaching, ossia accompagnamento specialistico, dei direttori e delle direttrici delle scuole cantonali a partire dall’anno scolastico 2023-24. Questo, oltre alle norme e ai servizi per denunciare comportamenti inadeguati già vigenti.
Ribadendo che il Decs non era a conoscenza di comportamenti inopportuni, Carobbio ha infine espresso «profondo rincrescimento e vicinanza a tutte le persone coinvolte. L'educazione scolastica e la scuola si devono basare sulla cultura del rispetto, è inammissibile che si possa approfittare del proprio ruolo di educatore per tenere comportamenti inadeguati. Ogni comportamento inadeguato non può essere tollerato».