Truffatore italiano condannato a 30 mesi parzialmente sospesi, presto in aula anche un suo complice
Nel tempo del denaro ‘liquido’, elettronico, pare strano usare delle banconote false per mettere a segno truffe di un certo livello. Eppure nel corso del 2022 una banda ha tentato numerosi colpi, riuscendoci in un paio di occasioni, usando proprio i soldi ‘facsimile’. Un primo elemento di questo gruppo, un 38enne italiano residente a Milano, è comparso in aula penale dove è stato condannato a 30 mesi di detenzione, di cui 22 sospesi con la condizionale. Un processo con rito abbreviato, che ha visto l'accordo tra accusa e difesa – il procuratore pubblico Pablo Fäh e il difensore Pascal Cattaneo – accordo omologato dalla corte presieduta dal giudice Marco Villa. Trovandosi dietro le sbarre già dallo scorso ottobre, il 38enne uscirà fra un mesetto. Un secondo personaggio di questo gruppo comparirà in aula, sempre davanti alle Assise criminali di Lugano, lunedì 15 maggio.
Esiste evidentemente un mondo, un sottobosco dove l'abbondante uso del contante, anche se di dubbissima provenienza, e come si è visto di dubbia validità, rimane ben accetto. Orologi, gioielli, criptovalute, persino barche o auto d'epoca possono entrare in linea di conto per una mazzetta di fruscianti banconote. Nel caso del 38enne,va detto che i colpi tentati ma non riusciti sono la maggioranza; qualche inghippo, un sospetto, e la transazione è andata a monte. Non così in due casi. Il 30 giugno dell'anno scorso un malcapitato si è visto offrire soldi per beni di sua proprietà: una barca da 100mila franchi che aveva messo in vendita su un sito web, e due orologi di lusso, un Blancpain e un Rolex. Questi ultimi sono effettivamente passati di mano per 51mila franchi e 12mila euro, mentre per il natante è stato firmato un contratto di vendita. Peccato che nell'attraente mazzetta di banconote, solo la prima, un mille franchi, era autentica mentre le altre erano dei facsimile. Un secondo colpo è stato messo a segno il 19 agosto all'hotel Milano di Mendrisio, una mazzetta da 50mila in cambio di una equivalente somma in criptovalute. Mentre il cliente saliva in auto per controllare le banconote, i due truffatori si dileguavano.
Il vero colpaccio sarebbe dovuto avvenire lo scorso ottobre di nuovo a Lugano: la trattativa riguardava gioielli (per oltre un milione di franchi), e auto di lusso quali Ferrari e Maserati. Una transazione ingente, ma il cliente non si fece impressionare dal mucchio di banconote, 1,8 presunti milioni di franchi messi sul tavolo di una saletta all'Hotel De La Paix. Insospettito, prese tempo e infine chiamò la polizia che catturò sul posto due uomini, tra cui il 38enne milanese che si presentava con una falsa identità e un passaporto svizzero pure fasullo. Inutile dire che i pacchi di banconote erano zeppi di ‘facsimile’ di banconote di euro. A carico dell'imputato anche un reato stradale, un tamponamento con fuga (fallita) in via Massagno.
Il 38enne oltre alla pena detentiva ha ricevuto un'espulsione dalla Svizzera per sette anni. È entrato nel giro, così racconta, per risarcire un prestito a usura, fatto al centro di un processo in corso in Italia. Una volta uscito dal carcere intende rifarsi una vita in Spagna, insieme a sua moglie, nel campo bancario.