Luganese

Rubano un orologio di lusso, due condanne per rapina

Alle Assise correzionali due imputati che hanno raggiunto Lugano in auto da Parigi. I fatti risalgono all'ottobre 2021

Ordinati anche sei anni di espulsione dalla Svizzera
(archivio Ti-Press)
28 aprile 2023
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Quando sono partiti da Parigi, diretti a Lugano, sapevano dove andare e cosa rubare: un'edizione limitata di un orologio di lusso Patek Philippe (del valore commerciale di 48-50mila franchi, che non è stato recuperato) al polso di un gioielliere di Lugano, atteso nel posteggio sotterraneo di un albergo della Città. «Quanto accaduto non può essere banalizzato: sapevano cosa facevano e questo alza il grado di criminalità», sono state le parole del giudice Siro Quadri che ha condannato due (dei tre) autori a 22 e 21 mesi di detenzione, di cui 6 mesi da espiare, per rapina. I due imputati – un 37enne algerino e un 33enne francese, entrambi residenti in Francia – sono stati espulsi dalla Svizzera per 6 anni. I due sono stati fermati alla fine dell'anno scorso a Ginevra a bordo della stessa vettura utilizzata a Lugano. Il terzo uomo si troverebbe ancora in Francia.

I fatti ricostruiti davanti alla Corte delle Assise correzionali risalgono al 25 ottobre 2021. Una volta arrivati a Lugano i tre hanno raggiunto il sotterraneo e atteso il professionista per entrare in azione. Uno ha fatto il palo, il 37enne ha commesso la rapina (ammessa) con violenza (la vittima è finita in ospedale) mentre il 33enne attendeva in auto. «Erano ben preparati: ognuno aveva il proprio ruolo», ha affermato la procuratrice pubblica Pamela Pedretti chiedendo per entrambi una condanna a 22 mesi, di cui 8 da scontare, e 6 anni di espulsione. Le difese hanno invece contestato il reato di rapina. «Il fulcro dell'azione, repentina e con effetto sorpresa, è stato l'oggetto e non la persona», sono state le parole dell'avvocato Lorenzo Fornara che ha chiesto una condanna a 6 mesi sospesi per il 37enne. L'avvocato Samuel Maffi, legale del 33enne, si è invece battuto per una massiccia riduzione della pena in modo da permettergli di uscire il prima possibile dal carcere.