Nella risposta all'interrogazione di Raoul Ghisletta, il Municipio fa luce sulla collaborazione che ha dato il via al Plan B
Il Municipio di Lugano ha fatto chiarezza sul protocollo d'intesa stipulato tra la Città e la società di Tether. Nella risposta all'interrogazione inoltrata dal consigliere comunale socialista Raoul Ghisletta, vengono infatti spiegati la natura e lo scopo della collaborazione, oltre a venir forniti ulteriori dettagli, come ad esempio alla cifra spesa dalla Città per il progetto. L'interrogazione era stata inoltrata il 10 febbraio scorso, e oltre al sopracitato Ghisletta, recava le firme di Edoardo Cappelletti, Mattea David, Dario Petrini e Aurelio Sargenti, tutti membri del Ps.
Il protocollo stipulato tra Lugano e Tether il 3 marzo 2022, viene definito nel testo come una collaborazione strategica, avente come scopo quello di “rafforzare il posizionamento di Lugano quale polo svizzero ed europeo per l'innovazione digitale con particolare attenzione alla tecnologia blockchain attraverso progetti e soluzioni concrete”. Un obiettivo da raggiungere attraverso “la formazione, l'organizzazione e la promozione di eventi internazionali”, come il forum dello scorso ottobre. In ogni caso, iI protocollo non costituisce una convenzione ma è una lettera d'intenti, la cui durata è stabilita a un minimo di quattro anni.
Uno dei punti da chiarire, erano i costi a carico della Città, che sembrano essere stati in larga parte sostenuti dal partner privato, ossia Tether. Le uniche eccezioni sono “i contenuti divulgativi offerti all'esterno del forum, in Piazza Castello, voluti e finanziati dalla Città, per un totale di circa 30mila franchi", scrive l'esecutivo e i cinquemila spesi per le due persone, che si sono recate a Davos nel contesto del Forum economico mondiale nel 2022. Al netto dell'impegno richiesto alla Città, "l'impatto e il ritorno d'immagine sono stati esponenzialmente superiori, come attestato anche dalla copertura mediatica globale” si specifica nel testo.
Il Municipio risponde anche alle perplessità sull'applicazione in ambito finanziario di questa tecnologia, come la presa di posizione “estremamente critica” sulle criptovalute indirizzata da 1500 esperti alle autorità del Congresso americano, e quella del responsabile operativo dell'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata, che identificava le criptovalute come un potenziale strumento di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. L'esecutivo sostiene che online sia possibile trovare la stessa quantità di posizioni favorevoli, cambiando solo una parola nella barra di ricerca: “È comprensibile la paura e lo smarrimento di fronte a dell'innovazione anche perché nel caso specifico si tratta di una tecnologia complessa. Riteniamo tuttavia che la chiusura non sia una soluzione perché è sempre stato dimostrato, anche in passato, che innovazioni come la blockchain son qui per rimanere (...) Combatterli per partito preso non ha senso”.