Luganese

Il post-Straordinaria? ‘Le proposte verranno dal basso’

Ieri sera l’ultimo evento alla torre itinerante alla Gerra di Lugano. Foletti: ‘Il percorso è all’inizio’. Sartori: ‘Porteremo idee concrete al Municipio’

In sintesi:
  • Si sono conclusi con una festa i tre mesi della Straordinaria - La Tour Vagabonde alla Gerra di Lugano
  • Tutte le forze politiche hanno definito positiva l'esperienza
Oltre 30’000 presenze
(Ti-Press)
29 marzo 2023
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Un successo da oltre 30’000 presenze. Si sono conclusi con una festa i tre mesi della Straordinaria - La Tour Vagabonde alla Gerra di Lugano. Un’esperienza che tutte le forze politiche hanno definito come positiva e che ha fatto (ri)emergere la necessità di spazi per la cultura alternativa. E ora? Ne abbiamo parlato con il sindaco Michele Foletti e con Noah Sartori, copresidente dell’associazione Idra, che ha concretizzato in Ticino la torre friborghese.

‘Superate di gran lunga le aspettative’

«Presto organizzeremo un momento formale di chiusura dell’esperienza, durante il quale faremo un bilancio più dettagliato – anticipa Sartori –. Lo dobbiamo non solo alla Città ma anche a tutti gli altri enti e associazioni che ci hanno sostenuto (18, fra pubblici e privati, oltre alla Città, ndr). Vogliamo prenderci il tempo per consultare tutte le associazioni che abbiamo avuto modo di incontrare in questi tre mesi, abbiamo ricevuto molti feedback e suggerimenti, ma senza aver potuto trattarli approfonditamente. Di certo, l’affluenza e il riscontro avuti hanno superato di gran lunga le aspettative».

Il luogo? ‘Faremo noi proposte concrete’

E i passi successivi? L’orizzonte temporale è maggio. «Dopo aver fatto il bilancio, la nostra associazione e le altre che stanno lavorando per il futuro della cultura alternativa e indipendente si ritroveranno per consegnare al Municipio la versione approvata della Carta della Gerra, che secondo noi sarà la base sulla quale continuare le discussioni con il Municipio, e la petizione». Quest’ultima rivendica più spazi per la cultura dal basso, mentre la bozza della Carta è in consultazione e comprende undici punti. Tra questi, l’aspetto centrale del luogo dove proporre attività. Se ne citano diversi: Teatro Foce, ex Macello, Maglio di Canobbio, ex Ptt di Viganello, deposito Arl sempre a Viganello. «Al momento sono solo spunti di discussione – precisa Sartori –. Credo che sia molto importante che anche su questo tema le proposte vengano dal basso ed è per questo che prima di andare a parlare con il Municipio vogliamo incontrarci con le altre associazioni. Non credo che aspetteremo che la Città ci indichi un posto piuttosto che un altro: faremo noi delle proposte concrete. Poi ci sarà una discussione con il Municipio, si valuterà cosa è possibile e cosa no, dove investire le energie e dove no».

‘Libertà artistica, culturale, ma anche organizzativa’

Altro punto importante che sollevate nella Carta è il tema dell’indipendenza artistica e culturale. «Esatto. Riteniamo importante avere un’assegnazione degli spazi culturali più trasparente rispetto a quanto avvenuto sin qui. I bandi potrebbero essere una modalità. Crediamo di aver dimostrato serietà e professionalizzazione, che derivano da un know-how che si è costruito sull’arco di diversi anni con la gestione di diversi spazi liberi che ci hanno permesso di capire come gestire un luogo. Vorremmo far capire alla Città che è una fiducia ben riposta e che è necessaria libertà artistica, culturale ma anche organizzativa. Non è solo la proposta artistica a creare un certo ambiente, ma anche il ‘contenitore’ e lo si è visto molto bene con la Tour Vagabonde. Quando c’è un gruppo che lavora, che si responsabilizza e che si impegna per gestire in modo adeguato un’esperienza, si crea anche un legame più profondo con il territorio, con la comunità. Lo abbiamo visto, per citare un esempio fra tanti, quando la mattina all’indomani degli eventi i passanti ci vedevano fare le pulizie e si fermavano incuriositi. Ci piacerebbe che passasse questo messaggio, prima di discutere di convenzioni».

Foletti: ‘È l’inizio di un percorso, non la fine’

E il tema «dell’affidabilità» è importante anche secondo il sindaco, che ricorda come fosse uno degli obiettivi iniziali dell’accordo prima che partisse La Straordinaria. «Il fatto che si sia trovato un luogo per permettere alla cultura spontanea di esprimersi è sicuramente positivo – osserva Foletti –. È da capire quanto sia compatibile con quel posto e se gli accordi iniziali siano stati rispettati. Faremo una valutazione con i nostri servizi e con loro per capire com’è andata, pregi e difetti. Al momento non ho tutti gli elementi per giudicare come sia andata. Penso però che sia un percorso, l’inizio di un percorso, non la sua fine. Anche in altre città svizzere, prima di concretizzare realtà funzionanti ci sono voluti anni».

L’ex Macello? ‘Peccato sia inutilizzato’

Foletti evita per ora di esprimersi sui punti della Carta («vedremo come affrontarla, se discuterne o meno, aspettiamo che vengano eventualmente a presentarcela»), mentre contestiamo una volta in più la questione ex Macello. L’intero comparto – sia la parte pubblica che veniva utilizzata dal Dicastero cultura, sport ed eventi, sia la parte che era occupata e che è fatiscente – è chiuso «per ragioni di sicurezza, secondo la polizia c’è il rischio di ulteriori occupazioni». La scena culturale però sempre più insistentemente ne richiede la riapertura, quantomeno della parte pubblica, perché l’esigenza di spazi c’è e due municipali – il vicesindaco e capodicastero Cultura, sport ed eventi e la capodicastero Immobili Cristina Zanini Barzaghi – si sono fatti portavoce di queste istanze nell’esecutivo. Per ora invano. Quando si sbloccherà la situazione? «Quando avremo un’analisi di quest’esperienza durata tre mesi, faremo una valutazione con i servizi e con la polizia, anche cantonale oltre che comunale, anche perché tutto sommato è peccato avere lì quella parte pubblica dell’ex Macello ristrutturata ma inutilizzata. Resta comunque il tema della quiete pubblica in una zona residenziale».

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