Luganese

Lugano, presentata la ‘Carta della Gerra’

Cultura indipendente, visitata da oltre 30mila persone, a fine marzo, finirà l’esperienza della Straordinaria Tour Vagabonde. Lanciata una petizione

Un intervento durante l’incontro andato in scena nella torre
(Ti-Press/Samuel Golay)
18 marzo 2023
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Una petizione e un documento d’intenti. In concomitanza con la giornata di approfondimento andata in scena oggi alla Straordinaria di Lugano, l’associazione Idra ha messo nero su bianco, nella ‘Carta della Gerra’, alcune linee di sviluppo, per una maggiore disponibilità di spazi dedicati alla cultura indipendente in Ticino. Nelle prossime settimane, l’associazione inviterà le operatrici e gli operatori culturali, così come la popolazione, a inviare i propri spunti per completare il documento che verrà in seguito trasmesso ufficialmente alla Città di Lugano e alla Repubblica e Cantone Ticino alla fine dell’esperienza de La Straordinaria – Tour Vagabonde che in meno di tre mesi è stata visitata da oltre 30mila persone.

Le istituzioni si attivino con urgenza

Sempre oggi, è pure stata lanciata una petizione, attraverso la quale, viene chiesto alle istituzioni comunali e cantonali di attivarsi "con convinzione e urgenza per risolvere la grave mancanza di infrastrutture e di sostegno alla diffusione e alla produzione culturale elaborata al di fuori dei circuiti istituzionali, tenendo conto delle esigenze delle numerose e diversificate realtà presenti sul territorio". L’incontro di oggi, intitolato ‘10 100 1000 spazi’, moderato dal giornalista Rsi Jonas Marti, ha radunato per la prima volta a Lugano rappresentanti di centri culturali indipendenti della Svizzera, quali l’Usine (Ginevra) e la Reitschule (Berna). Sono inoltre state evocate le esperienze sviluppate a Lugano, quella del Csoa il Molino, terminata in maniera brutale con la demolizione decisa dall’autorità di uno degli edifici dell’ex Macello, e dello Spazio Morel, e sono stati ripercorsi i rispettivi traguardi conseguiti tra mille difficoltà.

La risorsa che ha diritto di cittadinanza

Tornando alla ‘Carta della Gerra’, questa definisce una base di discussione fissata in 11 punti. A cominciare dalla richiesta, rivolta alle autorità, di prendere finalmente coscienza e di riconoscere la cultura indipendente come una risorsa a beneficio della collettività e di dargli diritto di cittadinanza. Il documento esprime la volontà di recuperate il ritardo decennale, in questo campo, rispetto agli altri centri urbani svizzeri. Pertanto, la carta chiede un impegno concreto alle istituzioni, chiamate a trovare gli spazi aperti, inclusivi e intergenerazionali e il sostegno all’espressione di un’esigenza manifestata da una buona parte della popolazione. L’associazione è convinta inoltre che un unico spazio non basti, occorre invece immaginare una costellazione di luoghi diversi, messi in rete e integrati nei quartieri.

Concorsi pubblici per gli spazi

Come arrivarci? Le modalità di assegnazione degli spazi di proprietà della Città sono da rivedere. Sulla scorta degli esempi illustrati di Ginevra e di Berna, l’autorità comunale dovrebbe procedere con bandi di concorso con scopi e richieste chiare, per attribuire gli spazi, attraverso un percorso partecipativo e democratico, che coinvolga gli operatori socio-culturali attivi nel territorio. Idra è inoltre convinta che i luoghi ci siano già e cita espressamente il Foce, l’ex Macello, il Maglio di Canobbio, le ex Ptt di Viganello e l’ex rimessa Arl, sempre a Viganello. Si auspica pure l’istituzione di commissioni indipendenti dalla politica e dalle istituzioni, che possano fungere da interlocutori per valutare i progetti e assegnare gli spazi. Viene anche richiesto di aggiornare leggi, regolamenti e ordinanze, per quanto riguarda l’uso transitorio di luoghi pubblici, così come attività culturali, orari, rumori molesti e mescite. Occorre una certa flessibilità e tolleranza, come in tutte le altre realtà urbane svizzere, da parte dell’autorità, nell’affrontare le problematiche che potrebbero sorgere.

Berna e Ginevra, esempi virtuosi

Bisognerebbe prendere esempio da altre città svizzere per dare possibilità di espressione ad altri modi di intendere la cultura, la socialità e la politica. Giulia Meier, attiva al servizio culturale della Città di Berna ha illustrato come nella capitale svizzera si cerchino di creare le condizioni quadro, attraverso finanziamenti pubblici, affinché le varie realtà culturali indipendenti possano esprimersi. In altre parole, l’ente pubblico, da anni, ha riconosciuto l’esigenza proveniente dalla società stessa e non organizza per conto proprio eventi culturali, al di fuori di quelli ‘istituzionali’, bensì si limita a mettere a disposizione le risorse, gli spazi e i soldi alle numerose associazioni presenti nella città tramite concorsi pubblici.

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