Un 42enne è stato condannato quest’oggi per essersi indebitamente appropriato di oltre mezzo milione di franchi, usati per spese personali
Aveva usato oltre mezzo milione di franchi per spese personali, sottraendo i soldi al proprio datore di lavoro. Per questo, la Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti, ha condannato a 24 mesi di detenzione sospesi per due anni, il contabile ex dipendente di un noto concessionario automobilistico di Grancia. L’imputato ha commesso i reati tra il 2015 e il 2021, manipolando i dati in suo possesso e approfittando della fiducia concessagli dai suoi datori di lavoro. I capi d’imputazione sono dunque abuso aggravato di impianto per l’elaborazione dati, ripetuta appropriazione indebita e ripetuta falsità in documenti. La pena inflitta corrisponde a quanto chiesto sia dalla difesa che dall’accusa, rispettivamente rappresentate dall’avvocato David Simoni e dal procuratore pubblico Daniele Galliano, che si erano accordati precedentemente.
L’uomo, un 42enne cittadino italiano al momento residente in Italia, ha subito ammesso tutti i fatti ed espresso un profondo pentimento. Tra i motivi che lo avrebbero spinto a effettuare centinaia di acquisti a spese dell’azienda, per poi celarli astutamente, vi sarebbe un supposto disturbo nel controllo degli impulsi. Disturbo per il quale l’imputato starebbe seguendo con successo un percorso psicoterapeutico. Dall’inizio del procedimento l’uomo avrebbe già restituito parte del maltolto per un valore di circa 200mila franchi, su un totale di circa 630mila. Ed è probabilmente anche in virtù di questa volontà di riparare al male causato, che la Corte ha deciso di non procedere con l’espulsione.
La parte lesa, costituitasi accusatrice privata e rappresentata dall’avvocato Demetra Giovanettina, oltre al resto del maltolto, riceverà un risarcimento danni di 57mila franchi.