Luganese

Un coro quasi unanime per la Città della musica

Riscuote ampio consenso politico a Lugano l’operazione che prevede, tra l’altro, l’acquisto dello studio radio di Besso per 21,25 milioni di franchi

Lo studio radio venne inaugurato a Besso nel 1962
(Ti-Press)
14 marzo 2023
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È un coro quasi unanime il via libera al polo musicale a Besso. Lunedì sera, la Commissione della Gestione ha firmato il rapporto favorevole (relatore il capogruppo Plr Rupen Nacaroglu) al diritto di compera, da parte della Città di Lugano, del fondo su cui sorge lo studio radio, ora di proprietà della Società svizzera di radiotelevisione (Ssr), per poi procedere al suo successivo acquisto per 21,25 milioni di franchi entro il 31 marzo del 2025. Anche la Commissione delle petizioni ha dato luce verde al corposo messaggio municipale (relatori il socialista Raoul Ghisletta e Lorenzo Pianezzi del Centro), che verrà messo ai voti nella seduta di Consiglio comunale di lunedì 20 e martedì 21 marzo.

Nuova casa per Osi e Conservatorio

Il messaggio, dicevamo, ha ottenuto un ampio consenso trasversale. Unica nota stonata, quella dei i membri dell’Udc, che non hanno sottoscritto i rapporti. L’operazione viene considerata urgente, perché consente di trovare una casa all’Orchestra della Svizzera italiana (Osi), al Conservatorio della Svizzera italiana e alla Fonoteca nazionale svizzera. Nel contempo, lo studio Rsi, che è un bene culturale protetto a livello cantonale, verrà rivalutato. L’investimento di 21,25 milioni di franchi, a carico della Città, è importante. In realtà, c’è un ulteriore investimento pari a 55 milioni di franchi, messi sul piatto dalla Confederazione e dal Cantone. L’operazione è ritenuta finanziariamente interessante, anche perché le perizie sui valori di stima dell’edificio erano più elevate, ossia oltre i 30 milioni di franchi.

Lo stabile sorse tra il 1958 e il 1961

L’operazione risolve inoltre il problema legato all’obbligo di trasferire la sede della Fonoteca nazionale svizzera e del Conservatorio della Svizzera Italiana, che dovranno lasciare lo stabile San Carlo, nel quale, dopo l’accordo con la Curia vescovile, s’insedierà la Clinica Luganese Moncucco. Allo stesso tempo, per esigenze di ristrutturazione, la Ssr ha investito nella costruzione di un nuovo campus a Comano, per cui i collaboratori attivi a Besso si trasferiranno entro il 2025, liberando così gli spazi dello studio radio. Nello stabile costruito tra il 1958 e il 1961 su progetto degli architetti ticinesi Alberto Camenzind, Augusto Jäggli e Rino Tami, si potranno quindi inserire attori del settore musicale, che necessitano di trovare una nuova sede e altri (come l’Orchestra della Svizzera italiana, il Coro della Radiotelevisione svizzera e I Barocchisti) le cui attività si svolgono a Besso.

Due convenzioni ai voti

Il messaggio sottopone al Consiglio comunale due convenzioni. La prima contempla l’impegno a costituire un diritto di superficie a favore della Confederazione Svizzera – Ufficio federale delle costruzioni e della logistica, per insediare le attività della Fonoteca nazionale svizzera. La seconda convenzione prevede l’impegno a costituire un diritto di superficie a favore della Fondazione Csi, da destinare alle attività culturali e formative del Conservatorio. Il Municipio di Lugano ha ricordato la lunga tradizione musicale cittadina, che si consolidò già nell’Ottocento, con la vivacità della musica bandistica e delle prime rappresentazioni operistiche di compagnie itineranti. Lo sviluppo avvenne grazie alla presenza di italiani. Nel messaggio si cita il conte Grilenzioni, che nel 1838 ospitò Franz Liszt e promosse innumerevoli attività musicali pubbliche.

Quando spiccava il turismo musicale

Un ulteriore salto di qualità è però segnato dall’inaugurazione nel 1874 del Castello di Trevano, l’immensa villa dove il barone russo von Derwies, grande mecenate, sosteneva e presentava ai suoi ospiti il meglio della musica a lui contemporanea sia all’interno del teatro (capace di ospitare oltre cento musicisti), che nella magnifica sala da concerti (con tanto di organo monumentale), e favoriva momenti pubblici. Un’eredità accolta da Louis Lombard, musicista e compositore franco-americano, che acquisì il castello rinominandolo "Château de la Musique", realizzando più di mille concerti in 30 anni (alcuni dei quali anche in luoghi pubblici in centro). Ospitò orchestre famose (come la Filarmonica di Berlino) e celebri compositori (come Gabriel Fauré, Camille Saint-Saëns, Giacomo Puccini, Ruggero Leoncavallo) e librettisti (come Luigi Illica) tanto che Lugano divenne uno dei primi luoghi in Europa per il turismo musicale. Un’avventura che durò fino alla crisi del 1929, poco dopo la proprietà passò al Cantone che, nel 1961, decise di demolire l’edificio per destinare l’area ad attività formative.

Scelta fortemente voluta dal Municipio

In un primo tempo, il Cantone aveva mostrato interesse, tuttavia nell’estate del 2019 il Consiglio di Stato ha deciso di non perfezionare l’acquisto dell’area, giudicando complesso l’intervento indispensabile per adattare il complesso all’ipotizzata Città della musica e sede del Conservatorio. Il Municipio si è dunque mosso per trovare una soluzione per mantenere nel proprio territorio un’entità formativa e un’istituzione di rilievo nazionale, proponendosi come acquirente al fine di destinarlo alla costituzione di una "Città della Musica". Il progetto rientra nelle Linee di sviluppo 2018-2028 della Città.

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