Per la Carp non sono colpevoli e sono prosciolti dall’imputazione più grave. Scarcerato il principale imputato e annullata l’espulsione di ciascuno
Tutti assolti. È questo il verdetto emesso dalla Corte d’appello e revisione penale (Carp) di Locarno, riguardo ai due fratelli condannati ad aprile dello scorso anno per atti sessuali con una ragazza incapace di discernimento o inetta a resistere e il loro amico, ritenuto reo di violenza carnale ripetuta nei confronti della stessa giovane. Per il principale imputato, l’ex aspirante tronista di Uomini e Donne, è stata addirittura ordinata la scarcerazione immediata. Questo, perché la Carp ha inflitto un periodo di carcerazione effettiva di soli sette mesi, già scontati. Si passa quindi dai cinque anni che doveva trascorrere al fresco, alla freschezza della libertà. Una libertà, comunque, di natura condizionale, per un periodo di prova di due anni. Annullata anche l’espulsione dalla Svizzera, in netto contrasto con la richiesta espressa in Appello dalla pubblica accusa che aveva chiesto 15 anni per l’amico e 10 per i due fratelli.
La vicenda, lo ricordiamo, è avvenuta verso le sei di una mattina di fine settembre 2021, quando l’amico e il fratello maggiore (il minore era già rincasato), dopo una serata alcolica trascorsa in una discoteca del Luganese, vedono una ragazza seduta su una panchina in attesa del bus che la riporti a casa. Lì, iniziano a parlarci e si incamminano poi insieme verso l’abitazione dei giovani quando quest’ultima perde il bus. Lungo il tragitto i tre ragazzi si baciano, prima con l’amico, da cui lei stessa ha dichiarato di essersi sentita inizialmente attratta, poi con il fratello maggiore. Tra quelle effusioni la giovane viene invitata a salire nell’appartamento dei due fratelli, a cui poi si aggiunge anche il terzo, il minore. Qui, le versioni hanno preso pressoché pieghe diverse. Secondo l’atto d’accusa, in quell’appartamento la ragazza subisce penetrazioni e atti sessuali, anche violenti, senza il suo consenso. Per i tre amici, cittadini italiani, la giovane era consapevole e partecipe. Giovane costituitasi accusatrice privata e patrocinata dall’avvocata Demetra Giovanettina.
Versione che hanno ribadito anche di fronte alla giudice Giovanna Roggero-Will durante i tre giorni di processo alla Carp. «Non ha manifestato dolore né mi ha definito rude. Ha reagito in modo normale come in un qualunque rapporto sessuale consenziente. Era eccitata». Ha detto l’amico, l’imputato principale, difeso dall’avvocata Sandra Xavier. «È stata la ragazza ad avvicinarmi, toccandomi i pantaloni in modo sensuale». Ha ricordato il fratello più grande, tutelato dall’avvocato Mattia Guerra. «La ragazza manifestava piacere con baci e abbracci durante il nostro rapporto sessuale, era tranquilla e contenta», ha aggiunto infine il minore, rappresentato dall’avvocata Clarissa Indemini.
A mente dell’accusa, rappresentata inizialmente da Petra Canonica Alexakis e poi da Moreno Capella, il loro scopo «era unicamente quello di sfogare una propria frustrazione dopo essersi portati su di giri in discoteca. Trovata la preda la portano nella propria tana e si approfittano del fatto che la ragazza li segua ingenuamente. In un appartamento estraneo, in una camera sconosciuta, in un ambiente senza luce, alla presenza di più uomini, in superiorità numerica oltre che fisica». Insieme, «hanno creato, in modo apposito, un ambiente di paura e terrore per una ragazza sola, per lederla fisicamente, per farle del male infierendo su uno dei beni personali più preziosi: la sua sessualità e il suo esclusivo diritto a gestirla come da suoi desideri. Alimentando così ulteriormente il messaggio che da quella situazione non vi era per lei via d’uscita». Agli antipodi, invece, il fronte unito della difesa che ha ritenuto che la ragazza non sia affatto finita in una trappola, al contrario si è dimostrata disposta e interessata a seguire due sconosciuti, scambiarsi baci ed effusioni con entrambi e in contemporanea, e infine salire in casa per consumare del sesso, dopo averli conosciuti pochi minuti prima.
Il principale imputato è stato comunque ritenuto colpevole di ripetuta violazione della sfera segreta o privata per aver ripreso alcune scene di quella sera, video che, secondo la difesa, forniscono la prova inconfutabile di consenso da parte della giovane. Il giovane è stato inoltre giudicato colpevole di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, per aver consumato marijuana. Anche il fratello maggiore è stato dichiarato colpevole di ripetuta violazione della sfera segreta o privata per aver preso parte a quei video e per averli mostrati in seguito ad altri amici. E anche a lui è stato inflitto un periodo di carcerazione effettiva di soli sette mesi, già scontati. Il minore è stato invece prosciolto da ogni imputazione. Non è detto che la vicenda finisca qua, spetterà alla pubblica accusa e all’accusatrice privata decidere se appellarsi al Tribunale federale.