Sono comparsi alla sbarra i due fratelli e l’amico, tutti già condannati, che nel 2021 hanno approfittato di una ragazza: secondo loro era consenziente
Una violenza carnale perpetrata da un gruppo di amici o rapporti sessuali consenzienti? Verte attorno a questo quesito il processo in corso alla Corte d’appello e revisione penale (Carp) di Locarno, presieduta da Giovanna Roggero-Will. Sono infatti comparsi nuovamente alla sbarra, per volere sia dell’accusa che della difesa, i due fratelli condannati ad aprile dello scorso anno per atti sessuali con una ragazza incapace di discernimento o inetta a resistere e il loro amico, ritenuto reo di violenza carnale ripetuta nei confronti della stessa giovane. E come ad aprile anche oggi hanno nuovamente ammesso di aver avuto dei rapporti sessuali con lei, ribadendo però che si sarebbe trattato di atti fisici totalmente consenzienti e proclamando dunque la loro innocenza. I due fratelli – condannati a una pena sospesa – sono stati rilasciati sotto salvacondotto per il procedimento penale, il loro amico e coetaneo è stato invece scortato dagli agenti di sicurezza.
«Non ha manifestato dolore né mi ha definito rude. Ha reagito in modo normale come in un qualunque rapporto sessuale consenziente. Era eccitata». Ha detto l’amico, l’imputato principale, in carcere dallo scorso aprile e condannato a scontare cinque anni, difeso dall’avvocata Sandra Xavier. «È stata la ragazza ad avvicinarmi, toccandomi i pantaloni in modo sensuale». Ha ricordato il fratello più grande, tutelato dall’avvocato Mattia Guerra. «La ragazza manifestava piacere con baci e abbracci durante il nostro rapporto sessuale, era tranquilla e contenta», ha aggiunto infine il minore, rappresentato dall’avvocata Clarissa Indemini.
Ma secondo la pubblica accusa rappresentata inizialmente da Petra Canonica Alexakis e poi da Moreno Capella, tesi confermata in seguito dalla Corte delle Assise criminali di Lugano presieduta dal giudice Mauro Ermani, i fatti sarebbero andati molto diversamente. Ritorniamo dunque a quel fatidico giorno che ha sancito le sorti di tutti quanti i protagonisti. Stanno per suonare le sei di una mattina di fine settembre 2021, quando la ragazza, dopo una serata in discoteca, si ferma su una panchina intenzionata a fare rientro a casa con il bus. L’amico e il fratello maggiore, reduci di una serata alcolica, la vedono e iniziano a parlarle, incamminandosi poi insieme verso l’abitazione della giovane quando quest’ultima si accorge di aver perso l’autobus. Lungo il tragitto i due ragazzi la baciano, prima l’amico, da cui lei stessa ha dichiarato di essersi sentita inizialmente attratta, poi il fratello maggiore. Tra quelle effusioni, in cui uno di loro le mette anche una mano negli slip, la giovane viene convinta a salire nell’appartamento dei due fratelli.
Una volta rincasati, l’amico la accompagna in una camera e i due iniziano un rapporto sessuale giudicato violento. Poco dopo entra di nuovo in scena il maggiore, che una volta chiusa a chiave la porta, si spoglia e approfitta della ragazza. Lo stesso avrebbe fatto il fratello minore, dopo aver bussato alla porta ed essersi fatto aprire. Ma la violenza non terminerebbe qui. Poco prima di lasciare l’appartamento, verso le nove di mattina, la vittima sarebbe stata nuovamente abusata dall’amico. Sono tre le ore durante le quali la ragazza resta in quell’abitazione. Una volta di ritorno a casa per giustificare il ritardo alla mamma parla di un uomo incappucciato che l’avrebbe aggredita vicino alla Pensilina. Al Pronto soccorso, dove si reca con la madre, hanno riscontrato vari segni di violenza dai quali è in seguito partita la segnalazione alla Polizia a cui la giovane riporta la nuova versione ovvero quella di aver avuto rapporti sessuali non consenzienti con tre giovani. Tre ventenni dalle vite contraddistinte da una limitata istruzione e dal sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo e del guadagno facile, tanto da accettare ancora giovanissimi chi di prostituirsi e chi di partecipare a popolari trasmissioni televisive.
Per i tre amici, cittadini italiani (di cui solo uno con pied-à-terre in Ticino e senza ancora un permesso), le cui prospettive convergono nella loro innocenza, la giovane era quindi consapevole e partecipe. Il confronto fra le versioni della ragazza e degli imputati era risultato per la Corte di primo grado «impari: solida lei, bugiardi loro». Ma ancora oggi, dalle loro parole è emerso il tentativo di dimostrare che non si sarebbe affatto trattato di abusi. «Il clima fra noi era rilassato e scherzoso: parlavamo e ci divertivamo», ha affermato il fratello maggiore. «La porta l’ho chiusa a chiave per questioni di privacy, e perché in casa c’erano i nostri cani». «Gli schiaffi sulle natiche erano totalmente innocui, di natura erotica. Ho presunto che le piacessero, visto che non ha detto niente», ha affermato l’imputato principale.
Secondo l’avvocata Demetra Giovanettina, patrocinatrice della vittima, «nei tre giovani vi è una certa idea falsata e inquinata delle relazioni. Sono abituati a usare e a usarsi avendo una visione alterata della sfera sessuale e una visione distorta della sessualità. La vittima diversamente non si fa sconti, si colpevolizza, "sentivo di meritarmi quello che stava succedendo" arriva a dire durante un verbale. Invece è caduta in una vera e propria trappola dove non viene vista come un’avventura romantica ma piuttosto un trofeo da esibire agli amici». Sì, perché quella sera uno degli imputati ha filmato alcune scene. Immagini che poi i due fratelli avrebbero mostrato ad alcuni amici. Fotogrammi che oggi sono stati sottoposti ai giovani dal pp e dalla difesa, per capire al meglio le dinamiche di quella mattina. Scene che i ragazzi hanno commentato con apparente disinvoltura e che aiuteranno alla Carp di esprimersi sulla violenza subita dalla giovane. Per domani è previsto il proseguimento della fase interrogatoria.