Luganese

Lugano, chiesti lumi sul protocollo d’intesa con Thether

Cinque consiglieri comunali socialisti tornano alla carica: vogliono conoscere la portata e la valenza degli accordi siglati dal Municipio

Il Municipio si esprima anche sulle critiche provenienti dagli Usa
(Ti-Press/Archivio)
12 febbraio 2023
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Divulgare i contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto nel marzo dell’anno scorso dalla Città di Lugano con Tether, tradurlo in italiano e spiegare, dal profilo giuridico, di che genere di documento si tratta. Cinque consiglieri comunali socialisti (Raoul Ghisletta, Edoardo Cappelletti, Mattea David, Dario Petrini e Aurelio Sargenti), tramite un’interrogazione, tornano alla carica sul Plan B e pongono al Municipio undici domande.

Dettagli e chiarimenti sul documento

Il protocollo d’intesa è stato soltanto evocato nella discussione generale andata in scena nella seduta di lunedì 6 febbraio. Il nuovo atto parlamentare vuole conoscere i dettagli e pretende chiarimenti, visto che il documento, "essendo di durata quadriennale, potrebbe essere una convenzione che deve essere approvata dal Consiglio comunale di Lugano ai sensi dell’articolo 9bis, cps 1 lettera f del Regolamento comunale della Città". Un elemento inedito, questo, messo in evidenza dagli interroganti che restano critici sull’operazione dell’esecutivo.

Quantificare le spese pubbliche

L’interrogazione chiede inoltre spiegazioni sulle spese "a carico della città e di enti privati per il Plan B" dello scorso anno; quali sono gli enti privati che lo sostengono, come e in base a quali accordi: «Chi sono gli specialisti interdisciplinari, i legali esterni e il personale interno all’amministrazione cui il Municipio ha fatto capo per gli approfondimenti? A quanto ammontano gli esborsi anno per anno? Chi sono gli istituti bancari coinvolti nel Plan B? Quali sono gli accordi da essi conclusi per il Plan B?"

Quelle critiche degli esperti Usa

Al Municipio viene pure chiesta una valutazione della "posizione estremamente critica sulle criptovalute indirizzata da 1’500 esperti alle autorità del Congresso americano lo scorso 1° giugno nella Letter in Support of Responsible Fintech Policy". Una lettera che contesta duramente il carattere innovativo di questa tecnologia nell’ambito finanziario e ne denuncia altrettanto duramente l’opacità, l’inutilità economica, i rischi di frode e truffa.

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