Nella casa comunale verrà allestita l’esposizione di Andrea Fraschina, pittore ispirato dalle culture underground e dall’energia della filosofia punk
"I colori del vento, dal punk all’astrattismo gestuale" è il titolo della mostra personale di Andrea Fraschina, che verrà inaugurata venerdì 3 febbraio alle 18.30 alla Casa comunale di Bioggio. L’esposizione verrà presentata dal promotore d’arte Stefano Pesce. Si potrà visitare fino al 19 marzo, lunedì dalle 16 alle 19, giovedì dalle 11 alle 14, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9.45 alle 11.45 (informazioni allo 091 611 10 50 o allo 076 616 91 31).
Andrea Fraschina, in arte "ArtByFrask", è nato nel 1971 a Lugano ed è autodidatta. Pesce riconosce l’origine della sua pittura nell’energia "della filosofia punk" del "do it yourself" degli anni Settanta, "da un mix di stili e dall’hip-hop" degli anni 80. Culture underground, che condividono lo spirito rivoluzionario e ribelle i cui impulsi creativi provengono dalla strada. L’artista "collabora con gruppi musicali che proiettano i suoi quadri durante i concerti e i suoi disegni sono usati per i loro loghi; per lui pittura e musica sono inseparabili".
Stefano Pesce considera la sua pittura come astratta: ArtByFrask usa "materiale recuperato nei magazzini e lo ricicla. Crea superfici per i suoi quadri con tela, carta, cartone, metallo, su cui applica spray e altri colori acrilici, che graffia, lucida, inchioda, trasforma (...) È il divertimento di ‘Spray and Splatch it’ attraverso il quale ArtByFrask dipinge i suoi ambienti urbani: muri, edifici, stazioni della metropolitana e cerca d’illustrare l’interazione dell’urbano con i suoi individui".
Pesce individua i riferimenti dell’artista nella "scuola degli artisti americani degli anni 50-70, da Rauschenberg a Pollock e in seguito Basquiat, che associano la loro arte a una forma di rivoluzione, più rivolta a sé stessi, una cura da tutte le tensioni di questa vita sempre più veloce e stressante; un modo di riconciliarsi con il mondo". Andrea Fraschina, quindi, prosegue Pesce, "non dipinge, crea, o meglio ricrea sulle sue tele un mondo interiore che sfugge al controllo del cervello e diventa gesto artistico".
L’artista utilizza colori acrilici, colla e cartone che sulla tela diventano paesaggi, umori, sensazioni e ricordi, sostiene Pesce, secondo cui "il vento diventa brezza primaverile o annuncio di tempesta. Ripetiamo gli stessi gesti dei nostri genitori, dei nostri fratelli da milioni di anni. Che lo scopo della vita sia quello di ripetere questi gesti all’infinito? E che il nostro corpo sia solo strumento di generazione del gesto? Siamo noi a pensare o siamo pensati da un’entità superiore? L’arte è la parte divina che interrompe la routine del quotidiano e spezza l’automatismo convenzionale e, come il vento, passa attraverso tutti i nostri meccanismi di difesa".