Luganese

Wicht, servono altre indagini prima di chiudere il caso

Accolto parzialmente il reclamo contro il decreto di abbandono firmato dal pp Daniele Galliano nei confronti dell’ex presidente dell’Udc

Paolo Clemente Wicht in un’immagine di qualche anno fa
(Ti-Press/Archivio)
22 gennaio 2023
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In una lunga e articolata decisione, la Corte dei reclami penali (Crp) del Tribunale d’appello ha parzialmente accolto il reclamo contro il decreto di abbandono emesso dal procuratore pubblico Daniele Galliano (che ha ereditato l’incarto dall’ex pp Andrea Minesso), nel settembre 2021, nei confronti dell’ex presidente dell’Udc ticinese Paolo Clemente Wicht, accusato di appropriazione indebita, truffa e falsità in documenti. Un decreto di abbandono motivato dalla fragilità e, talvolta, dall’inconsistenza delle tesi dell’accusatrice privata e perché, dai messaggi sms dell’ex marito, era emerso che la donna fosse al corrente di come venivano spesi i soldi in famiglia.

Ci sono ‘sufficienti indizi di reato’

I giudici della Crp (presidente Nicola Respini, affiancato da Ivano Ranzanici e Giovan Maria Tatarletti) hanno invece ritenuto che nel caso ci siano sufficienti indizi di reato. Tanto da imporre maggiori approfondimenti e il promovimento delle accuse. In particolare, la ricostruzione finanziaria ha fatto emergere che Wicht aveva mischiato la liquidità a disposizione della famiglia con il denaro ricevuto da altre persone, nei progetti immobiliari o societari. L’incarto penale avviato su denuncia dell’ex moglie, dev’essere dunque riaperto e ulteriormente esplorato in vari aspetti. I presunti prelevamenti illeciti, di diversi milioni di franchi, sarebbero stati effettuati dall’uomo tra il 2006 e il 2016.

Troppa credibilità all’ex politico

Nel reclamo contro il decreto di abbandono, la donna ha ribadito che Wicht l’avrebbe ingannata, sottacendo la sua situazione debitoria (oltre 1,6 milioni di franchi di esecuzioni) e millantando un tenore di vita agiato. All’inganno avrebbe contribuito la situazione personale dell’uomo che, all’epoca dei fatti, prima e dopo il matrimonio, era un personaggio pubblico e un noto politico. La donna rimprovera alla procura di aver attribuito grande credibilità all’ex marito, che l’avrebbe ingannata anche per l’acquisto della proprietà a Curio. Secondo i giudici della Crp, è rilevante stabilire come lui ha utilizzato il denaro e quanto lei sapesse della situazione finanziaria di Wicht, prima e durante il matrimonio.

Nell’ottobre del 2021, lo ricordiamo, a carico dello stesso Wicht è stato emesso un decreto di accusa per amministrazione infedele, omissione della contabilità e falsità in documenti riguardo alla gestione di alcune società. La pena è stata fissata in sei mesi di detenzione sospesi e una multa di 500 franchi. L’ex politico, difeso dall’avvocato Elio Brunetti, non si è opposto e il decreto d’accusa è cresciuto in giudicato.