La novità s’inserisce nel solco di iniziative, promosse da Comune, Città e Confederazione, volte e promuovere le competenze di base
Un supporto allo sviluppo delle capacità digitali. Questo, in estrema sintesi, lo scopo del Punto digitale, l’ultima novità in ambito sociale a Lugano. Il progetto è nato da una collaborazione fra la Divisione socialità della Città e Lugano Living Lab con l’Usi. Sostanzialmente, prevede un’assistenza gratuita per il disbrigo di piccole pratiche di uso quotidiano (come ad esempio l’acquisto di biglietti online) o l’utilizzo di programmi di pagamento elettronici. Una novità che s’inserisce nel solco di quanto Comune, Cantone e Confederazione già fanno per promuovere lo sviluppo di competenze di base, digitali comprese dunque, e di riflesso nel sostegno alla formazione e al lavoro. Non a caso la sede del Punto digitale è in via Ceresio 25, nello stesso luogo dove si trova un’altra realtà che pian piano si sta consolidando nel medesimo ambito: lo Spazio Lavoro.
«Si tratta di un progetto sperimentale, un luogo d’incontro fra nativi digitali e non – spiega Monica Aliprandi, coordinatrice dei progetti in questione per il dicastero –. Il progetto si baserà molto sulle esigenze espresse dagli utenti, mentre l’assistenza digitale è garantita da studenti volontari iscritti al Bachelor in Scienze della comunicazione all’Usi». I giovani coinvolti potranno in tal modo ottenere crediti formativi, facendo allo stesso tempo esperienza in ambito di comunicazione interculturale e intergenerazionale. Con il medesimo obiettivo di «evitare il rischio di esclusione sociale e professionale» lavorando sulla digitalizzazione, spiega Aliprandi, è nato pochi mesi fa anche il progetto eQuiD. Con sede in via Besso 38, fornisce in comodato d’uso gratuito materiale informatico per ridurre il divario digitale e promuovere una cultura del riuso e della solidarietà. «In questi primi mesi sono già stati consegnati circa 120 computer a cittadini o associazioni del Luganese. Il 10% dei nostri utenti sono pensionati».
Esclusivamente rivolto a persone in età da lavoro è invece lo Spazio Lavoro e Formazione, inaugurato nell’estate del 2020 «per aiutare quelle persone in difficoltà nella ricerca di un impiego per carenza di competenze e di strumenti. L’accesso è libero agli strumenti digitali e non presenti in sede, mentre le consulenze sono su prenotazione». Due anni di intenso lavoro sufficienti per un primo bilancio. «Abbiamo avuto oltre 1’600 incontri individuali con 500 utenti circa – spiega la responsabile –, con 60 consulenze al mese». Importante anche il côté formativo: 17 corsi di formazione brevi gratuiti, 2 corsi lunghi al costo di 150 franchi, oltre 130 partecipazioni. Per ampliare e consolidare il servizio, dal 2023 verrà potenziato con un nuovo collaboratore, diminuendo i tempi d’attesa.
Le cifre fornite a Palazzo civico parlano dunque di un interesse significativo e di un settore in sviluppo. Ma quante delle persone che si sono affidate allo Spazio Lavoro sono poi effettivamente entrate nel mondo del lavoro? «Sono progetti giovani – l’intervento del capodicastero Socialità Lorenzo Quadri –, ci vuole del tempo per effettuare un monitoraggio e un bilancio che siano affidabili. Naturalmente verranno fatti, come già accade con i rapporti di LuganoNetWork». Proprio quest’ultimo, oggi in via Trevano 55, è stato una delle prime risposte della Città, ha sottolineato il municipale, ai problemi legati all’occupazione per agire in particolare sui fattori legati alla vulnerabilità e all’esclusione dal mercato del lavoro. A queste, si sono negli ultimi anni aggiunte quelle già citate da Aliprandi. «Il lavoro in rete, come quello sul lungo termine, è molto importante – l’osservazione di Quadri –. Raggruppare i servizi sotto uno stesso tetto favorirebbe l’interazione fra le varie proposte. Un luogo è stato individuato, sono in corso gli approfondimenti».
E a proposito di lavoro in rete, di vitale importanza nella promozione delle competenze di base e della digitalizzazione appare anche il contributo del Cantone. «In Svizzera ci sono ben 800’000 cittadini fra i 16 e i 65 anni che non sono in grado di leggere e scrivere correttamente. In Ticino una persona su cinque ha difficoltà in operazioni matematiche di base o a comprendere testi semplici nella vita professionale e quotidiana» l’amara constatazione di Tatiana Lurati Grassi, capoufficio della Formazione continua e dell’innovazione del Decs. «Molto spesso queste problematiche sono sottovalutate, eppure spesso ostacolano la partecipazione alla vita sociale, familiare e professionale. Molte persone che hanno queste difficoltà spesso o non riconoscono di avere un problema o se ne vergognano. Per questo sono importanti le campagne, che devono essere mirate e differenziate a seconda del target».
Le basi della risposta cantonale a questa problematica sono contenute in larga parte nelle ventiquattro misure che contribuiscono al Programma cantonale per la promozione delle competenze di base degli adulti per il periodo 2021-24. In questo solco si inseriscono i ‘Caffè APPrendo’: «Luoghi informali e accoglienti dove le persone possano trovarsi a proprio agio e muoversi a contatto con la realtà digitale, dove seguire formazioni di breve durata che rispondano a esigenze puntuali». Proposte che nascono da un’esperienza di successo effettuata nel Canton Zurigo e che in Ticino si sta riflettendo in realtà diverse ma simili, come la Città dei mestieri a Bellinzona, la Filanda a Mendrisio e... le recenti novità luganesi. Per informazioni sul tema: www.ti.ch/cbda o www.lugano.ch.