In dirittura d’arrivo il rapporto sul progetto di unione fra Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio. Il nuovo Comune dovrebbe chiamarsi Lema
Se sarà, si chiamerà (quasi certamente) Lema. È stato quasi un plebiscito il consenso raccolto dal nome proposto per il nuovo Comune che dovrebbe sorgere riunendo Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio. Al sondaggio allestito dalla commissione aggregativo e scaduto a fine ottobre, circa l’80% degli oltre 400 partecipanti si è infatti espressa a favore del nome che evoca evidentemente la nota montagna. «L’indicazione è chiara, ma non è ancora la scelta definitiva: si deve passare dai Municipi e dagli organi legislativi e l’ultima parola spetterà al Gran consiglio» ricorda Andrea Pozzi, sindaco di Novaggio e coordinatore della commissione.
Abbiamo interpellato Pozzi anche per fare il punto sulla procedura aggregativa avviata ormai quasi due anni fa. «Entro fine anno dovremmo aver terminato il rapporto sul progetto da inviare a Bellinzona». E questo comprende anche uno degli aspetti più importanti di ogni aggregazione: le indicazioni finanziarie di quel che il Cantone dovrebbe concedere, fra contributi e livellamenti. «Non possiamo anticipare queste cifre perché non sono ancora confermate» ci dice però il coordinatore.
Numeri a parte, di aspetti rilevanti ce ne sono parecchi. La commissione ha lavorato in questi mesi anche su quanto emerso dal workshop organizzato il 14 maggio scorso alle scuole medie di Bedigliora. Ad esempio, un campo nel quale c’è un significativo margine di crescita è legato alla viabilità: i posteggi scarseggiano, la sicurezza dei pedoni è da migliorare, c’è necessità di nuovi percorsi ciclopedonali, la moderazione del traffico va completata e il trasporto pubblico ottimizzato. E poi, sono emersi anche i punti forti. Uno su tutti: «La qualità di vita. La nostra è una zona dove non c’è stato spopolamento negli ultimi anni, anzi la popolazione è aumentata. Questo è indice del fatto che abbiamo un territorio pregiato dove è interessante vivere».
I cinque comuni coinvolti, evidenzia Pozzi, sono omogenei per struttura demografica, sociale, economica. Ciononostante, un po’ sull’esempio di quanto già fatto a Tresa, si possono individuare delle vocazioni. Ad esempio si può immaginare Novaggio quale centro amministrativo, Curio e Bedigliora poli culturale ed educativo-sportivi, Astano e Miglieglia turistico-ricreativi. «Ma sono aspetti ancora in via definizione». Di certo c’è invece che Lema avrebbe oltre 2’600 abitanti, «con una forza contrattuale maggiore in un contesto nel quale gli altri comuni sono diventati più grandi». Oltre a realtà considerevoli come Agno e Caslano, ai comuni aggregati di Alto Malcantone e più recentemente Tresa, nella regione è infatti in corso – a uno stadio più embrionale – un altro iter aggregativo: quello fra Bioggio, Aranno, Neggio e Vernate.
Il Malcantone dunque è in fermento. Ma nel suo Medio comprensorio – a quasi vent’anni da quel 2003 quando Astano, Curio e Novaggio bocciarono alle urne un progetto che invece Bedigliora e Miglieglia approvarono –, c’è davvero la volontà di aggregarsi? «Me lo auguro. Sinora non sono emerse molte voci critiche, se non di chi mette in discussione il principio aggregativo in sé. Credo che tutti si rendano conto che questa è una buona opportunità per razionalizzare molto sotto diversi punti di vista, partendo dai differenti servizi già in comune, come ad esempio l’istituto scolastico». Una votazione consultiva, a tal proposito, è prevista nell’autunno 2023.