La procuratrice Chiara Borelli formula la richiesta di pena nei confronti di un 42enne. Tra le vittime c’è anche l’avvocato Giorgio Grandini
«Da piccolo raccontava storie di fantasia, era vivace, narrava e scriveva favole. Oggi è cresciuto, non ha smesso di raccontare storie. Queste di cui vi parlerò sono però favolacce». Ha tracciato un profilo decisamente disarmante dell’imputato, nella sua requisitoria, la procuratrice pubblica Chiara Borelli. Alessandro Cipollini, 42 anni, banchiere, oggi è chiamato a rispondere di una truffa milionaria di fronte alla Corte delle Assise Criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani (giudici a latere Emilie Mordasini e Luca Zorzi). La magistrata lo ha dipinto come un «cantastorie che ha trasformato il nonno nel banchiere di Dio, capace di far apparire dal nulla documenti insabbiati». Nei confronti del 42enne, Borelli ha richiesto una pena di quattro anni e cinque mesi di prigione e l’espulsione dalla Svizzera per dieci anni, parlando dell’imputato come di «un potenziale pericolo per l’ordine pubblico».
Nell’atto d’accusa sono circostanziate le varie carte false fatte allestire da Cipollini a suffragio delle sue storie. Storie inventate ma basate su qualche elemento reale, raccontate dal 42enne con un’arguzia tale da riuscire a convincere diversi studi legali, tra i quali quello dell’avvocato luganese Giorgio Grandini, che figura tra le vittime, carpendo la sua fiducia e facendogli credere che esistevano i documenti originali, sebbene gli mostrasse soltanto le fotocopie. Tutto nasce da un presunto testamento che avrebbe lasciato Giuseppe Cadario (1920-2014), il nonno dell’imputato, già Cavaliere della Repubblica che aveva legami stretti con lo Stato del Vaticano. Dell’esistenza del testamento con tanto di lascito miliardario a favore del nipote, il 42enne è riuscito a convincere tanti interlocutori di spicco. Tuttavia, ha spiegato la procuratrice, Cipollini è riuscito a ingannare tutti, persino la moglie e la madre: «L’imputato è stato capace di mettere in piedi una pièce, nella quale lui aveva il ruolo di bizzarro e stravagante milionario laureato in matematica. Ma Cipollini sta recitando e nella messinscena inserisce personaggi che fungono da ’spalla’». Di quel testamento, che sarebbe stato custodito nelle segrete stanze vaticane, difatti, non c’è traccia. Un testamento ufficiale del nonno invece c’era e il relativo lascito, da qualche anno, è già stato ripartito tra i due zii e la madre dell’imputato.
L’accusa tratteggia l’imputato come un affabulatore, capace di ammaliare le persone. Secondo Borelli, «Cipollini costruisce un castello di bugie utilizzando la strategia classica del truffatore, quella di persuadere ogni personaggio coinvolto a confermare il suo racconto. La confidenzialità e la fiducia carpita sono i pilastri della sua truffa». Così, dopo il testamento, un obiettivo che col passare del tempo sfuma e viene messo da parte, visto che il consolato vaticano a Berna nega l’esistenza del documento, il 42enne s’inventa un piano B, travolgendo, tra gli altri, anche Grandini nella ricerca del tesoro. Cipollini millanta e fornisce estratti bancari e patrimoniali falsi, ma coinvolge piccoli e grossi investitori a finanziare il suo Hedge Fund. Riassumendo, l’entità delle truffe ammonta a oltre 3,3 milioni di franchi, messe in atto in poco più di un anno dall’imputato, sposato e padre di tre figli, che si è stabilito in una lussuosa abitazione del luganese dal giugno 2020. L’uomo ha pure indotto l’avvocato Grandini a formulare, per suo conto, fornendo carte false, la richiesta di permesso B all’Ufficio Migrazione. Il permesso, che verrà revocato, ma è stato rilasciato senza alcun controllo da parte delle autorità competenti. Allo stesso modo, non c’è stata alcuna verifica, da parte delle autorità preposte, sull’idoneità di Cipollini all’esercizio della professione nell’ambito finanziario. Situazioni che lasciano l’amaro in bocca.
Secondo Paolo Bernasconi, rappresentante di un paio di accusatori privati che hanno perso parecchi soldi investendo nell’Hedge Fund dell’imputato, Cipollini ha mostrato «una capacità di mentire e di frodare fuori dall’ordinario. Il suo è un esempio clamoroso». L’avvocato ha presentato alla corte l’istanza di risarcimento che ammonta a oltre un milione di franchi.