Luganese

Bioggio, i bambini si occupano dei castagni del futuro

Il progetto pilota dell’incubotrice durerà cinque anni e coinvolgerà le classi dell’istituto scolastico. I semi cresceranno in culle eco-friendly

La consegna della prima incubotrice a Stefano Gaseri, direttore delle scuole di Bioggio
7 novembre 2022
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Nasceranno in culle eco-friendly curate dai bambini dell’istituto scolastico i giovani futuri castagni che cresceranno a Bioggio. È questo l’obiettivo dell’iniziativa delle ‘incubotrici’, il progetto pilota avviato dall’Associazione RifugiUrbani in collaborazione con la direzione delle scuole comunali e il Municipio di Bioggio e il sostegno di federlegno.ch, banca Raiffeisen del Malcantone e del forestale cantonale di settore Nestor Romelli. Le prime culle sono state consegnate ad allievi e docenti prima delle vacanze scolastiche. I giovani germogli che verranno alla luce nei prossimi mesi, dopo il giusto periodo di sviluppo verranno messi a dimora nel terreno nei dintorni dell’aula del bosco e sul territorio comunale. Saranno in seguito monitorati dagli stessi bambini, i quali potranno partecipare attivamente alla loro cura negli anni a venire, accompagnati dal forestale cantonale di settore. «Durante i cinque anni del progetto – spiega Lorenzo Fontana, presidente dell’Associazione RifugiUrbani – verrà monitorata la crescita degli alberi. Stiamo anche allestendo un’applicazione che permetterà di monitorare nel tempo la messa a dimora nel cantone di questi alberi fatti dai bambini». Il progetto è nato prima della pandemia. «Durante i corsi interaziendali, con i miei allievi, ragazzi che lavorano nel duale della sezione di architettura d’interni, abbiamo realizzato due progetti – aggiunge Fontana –. Uno è l’incubotrice, l’altro è la macchina del tempo di Leonardo premiato dal Decs per la mediazione culturale. L’incubotrice viene incanalata nei bambini perché l’interesse è che siano loro a dover portare avanti il futuro e quindi capire cosa succederà nei prossimi anni con i cambiamenti climatici». Il 10 novembre il progetto, che ha già catturato l’attenzione di diversi istituti scolastici in tutto il cantone, verrà avviato anche a Monteceneri, Melide e Collina D’oro.

I messaggi che arrivano dalla natura

L’incubotrice si presenta sotto forma di piccolo cubo in legno massiccio di castagno indigeno realizzato recuperando legname proveniente dal taglio a seguito dell’esbosco per rinnovamento di piante secche dei boschi del Malcantone. «In questo modo fissiamo circa 500 grammi di CO2 in questi cubetti», aggiunge Fontana. La lavorazione artigianale del cubo è stata garantita da collaboratori della segheria Involti Legnami Sa di Alto Malcantone e dalla falegnameria Svanotti Sagl di Muzzano, la quale ha inoltre inciso al laser la grafica generale come pure un QR Code che permetterà ai docenti di accedere a un video tutorial tutto dedicato ai bambini. Le culle fornite sono 27, al loro interno una cameretta di germinazione con un vasetto da coltivazione biodegradabile e uno o più dischetti di torba. «Non è così facile trovare materiale, lavorarlo e lasciarlo completamente naturale – ammette il presidente –. Si vedono le cipollature e i vari problemi che il legno ha avuto nei suoi 100 anni (nel caso della pianta che abbiamo utilizzato). Per i bambini è sicuramente interessante vedere questi passaggi».

L’importanza del gruppo

Al progetto partecipano le classi dalla scuola dell’infanzia fino alla quarta elementare («per permettere loro di seguire almeno un anno la messa a dimora e la crescita della piantina»). Il monitoraggio, come detto, avverrà sull’arco di cinque anni e porterà con sé molte domande e insegnamenti. «Probabilmente non nasceranno 27 alberi – sottolinea Lorenzo Fontana –. Questo spiega che la natura non può essere comandata». I dieci passaggi – dalla raccolta delle migliori castagne nel bosco, passando per la preparazione dell’incubotrice, per arrivare alla messa a dimora nel terreno e alla successiva crescita – «saranno accompagnati dal forestale di settore che aiuterà i docenti a meglio inquadrare il progetto. Un concetto importante perché in natura non tutto funziona ed è tutto molto più casuale di quello che immaginiamo». A essere fondamentale è «il concetto di gruppo: non è il singolo bambino che fa crescere la pianta, ma l’intero gruppo dove relazione e cura sono molto importanti». Per Bioggio è stato scelto il castagno, ma non sarà la sola pianta a essere attenzionata. «Stiamo lavorando con Lattecaldo per avere i semi per ulteriori piantumazioni perché il castagno non è sempre la pianta ideale per i cambiamenti climatici – conferma Lorenzo Fontana –. Faremo delle prove con castagno, quercia e faggio». Le essenze del legno saranno scelte «anche a seconda della zona: un modo per conoscere meglio piante e alberi presenti sul nostro territorio».

Si uscirà anche dal bosco

I castagni che nasceranno a Bioggio troveranno spazio vicino all’aula del bosco ma anche sull’intero territorio comunale, in terreni che saranno valutati in collaborazione con il Municipio e il forestale cantonale. «Saranno scelti luoghi dove i bambini potranno accedere in totale sicurezza e dove la piantina potrà essere curata, protetta e monitorata nella crescita». Per il futuro l’intenzione è quella di uscire dal bosco e combattere le isole di calore. «Ci piacerebbe sviluppare ulteriormente il progetto e piantare alberi nelle zone particolarmente pavimentate, che in estate hanno temperature troppo elevate, creando zone di ombra e frescura – annota ancora Fontana –. Un messaggio di speranza per sviluppare nuovi orizzonti sui cambiamenti climatici: non solo di paura ma anche mitigazione di questi effetti che potrebbero arrivare pure con la messa a dimora di piante all’interno degli spazi urbani».