Le auto immatricolate prima del 31 dicembre 2019 potranno mantenere le targhe svizzere, mentre i veicoli entrati in circolazione dopo solo quelle italiane
«Dopo tanto tribolare per un problema molto avvertito dai miei concittadini finalmente siamo in dirittura d’arrivo, vicinissimi a una soluzione che ritengo soddisfacente». Commenta Roberto Canesi, sindaco di Campione d’Italia che dal momento in cui è entrato in carica si è trovato ad affrontare una marea di problemi, alcuni attesi (Comune in dissesto finanziario, Casinò chiuso), altri scoperti con il passare del tempo. Quale il problema in via di soluzione? «Quello delle targhe svizzere».
A questo punto un breve riepilogo della vicenda. Da sempre autovetture, moto e furgoni dei campionesi sono targate Ticino. Identico discorso per le assicurazioni e altri aspetti legati alla quotidianità. Poi, dal 1° gennaio 2020 lo tsunami che si è abbattuto sull’enclave: l’entrata nello spazio doganale europeo, che tutti continuano a rinnegare, anche se non è stato calato dal cielo. Fra le conseguenze di questo autogol il fatto che i campionesi avrebbero dovuto stargare i loro mezzi e rinnovare l’immatricolazione in Italia, con costi non indifferenti. Una misura da introdurre sino al 31 dicembre di quest’anno. C’era quindi l’urgenza di trovare una soluzione definitiva. Possibilmente, la meno onerosa.
Ecco, dunque, la soluzione che Canesi considera soddisfacente: «Autovetture, moto e furgoni posseduti dai miei concittadini e immatricolati in Svizzera prima del 31 dicembre 2019 potranno circolare liberamente in Italia, anche se targate Ticino. Per loro, non è più prevista una nuova e costosa immatricolazione e quindi non correranno il rischio di essere sequestrate in quanto considerate di contrabbando». Una soluzione concertata dapprima con Roma e successivamente con Berna. Differente il discorso per le autovetture immatricolate dal 1° gennaio 2020. Per loro vale solo la targa italiana.