Abbattuti i costi, razionalizzato l’intervento ma restano l’intenzione dell’autorità di rivalutare il comparto e le perplessità dei critici
È stato rivisto al ribasso, a livello di costi, il progetto di ristrutturazione e soprattutto di rilancio della piscina di Carona. Confermata pure la partnership con il Touring club svizzero (Tcs), anche se verrà ridotto il villaggio Glamping inserito nel bosco che circonda la struttura. La proposta è ancora in fase embrionale ma la sostanza è passata dal gruppo di lavoro ed è stata discussa nel corso di una recente seduta di Municipio di Lugano. Di fatto, la cifra di 9 milioni di franchi, invece dei previsti 17, è stata esposta dal sindaco Michele Foletti nei giorni scorsi, durante la presentazione del preventivo 2023 della Città. Nel frattempo, non sono stati contattati dall’autorità comunale i promotori della petizione che aveva raccolto poco meno di 2’500 firme depositate in Cancelleria esattamente un anno fa, che mantengono i loro dubbi sull’iniziativa.
Andiamo con ordine. Inizialmente, parliamo dell’ottobre del 2019, quando il primo progetto venne presentato alla popolazione e alla commissione di quartiere, la stima di spesa per l’intervento era di sette milioni di franchi. In seguito, nel luglio dell’anno successivo, la proposta venne parzialmente bocciata dal Consiglio comunale di Lugano, che escluse l’idea di realizzare una biopiscina, ma approvò il credito di 300’000 franchi per il concorso di progettazione. Un concorso che venne pubblicato sul Foglio ufficiale nell’aprile dello scorso anno. Dopodiché, la questione è stata approfondita con uno studio, dal quale sono emersi costi ritenuti eccessivi, poco meno di 17 milioni di franchi, una cifra insostenibile come investimento e difficilmente digeribile politicamente. Da qui, la richiesta espressa ai vincitori del concorso – il gruppo composto da Orsi&Associati, Studio Masotti, Vrt Sa e L. Gazzaniga Architetti – di valutare una riduzione dei costi degli interventi.
Ai progettisti che si sono aggiudicati la gara abbiamo chiesto se era possibile limitare i costi riducendo le spese supplementari senza stravolgere gli interventi, conferma Roberto Badaracco, vicesindaco di Lugano e titolare del Dicastero Cultura, sport ed eventi. Rimane una condizione sine qua non, quella di continuare l’approfondimento del progetto con il Tcs, con il quale è stato raggiunto un accordo che prevede spazi pubblici un po’ ridotti per il Glamping e il corrispettivo costo inferiore del diritto di superficie. Il vicesindaco preferisce non anticipare i dettagli ma ribadisce che è stata individuata una soluzione più equilibrata e che la collaborazione pubblico-privato resta il punto fermo dal quale il Municipio non ha mai vacillato. Le basi di partenza, risalenti a qualche anno fa, erano in effetti più ambiziose. Qualche giorno fa, il sindaco aveva preannunciato che la soluzione funzionale «permetterà di realizzare un’offerta diversa rispetto a quella del Lido. Il target pensato è differente: sarà meno agonistico, ma più per famiglie e bambini, e il progetto sarà realizzato in collaborazione con il Tcs, che intende edificare il (controverso, ndr) Glamping».
Un altro punto fermo è che la piscina resterà completamente pubblica, con un unico proprietario: la Città di Lugano. In merito, l’associazione XCarona promotrice della petizione non ha più preso posizione, in attesa di conoscere l’evolversi della situazione, dopo che la giuria aveva aggiudicato il concorso al progetto considerato "meno invasivo", ma mantiene tuttavia le proprie perplessità. Alla struttura balneare pubblica in collina non ci saranno limitazioni di accesso, malgrado la capienza massima prevista sarebbe stata ridotta da 3’700 a 2’000 persone. Il Municipio, lo ha riaffermato a più riprese, vuole rilanciare e promuovere il lido e tutto il paese e sostiene di aver tenuto conto delle obiezioni emerse durante la pubblicazione del bando di concorso e nella variante di Piano regolatore. Il rilancio del comparto di Carona, con un progetto rispettoso della natura di Carona venne deciso dal Municipio nel novembre 2019. Oltre al rinnovo totale della piscina e degli edifici esistenti, vetusti e sottoutilizzati, l’obiettivo era e resta quello di aggiungere elementi innovativi. Ora, emerge un ridimensionamento del campeggio-glamping, con qualche casetta di legno in meno rispetto alle quaranta previste inizialmente e la rinuncia al piccolo centro Wellness.
Dal canto suo, l’associazione XCarona ribadisce quanto già sottolineato nella petizione, ossia che non condivide il principio stesso del Glamping, che toglie uno spazio comune nonché un servizio molto apprezzato dalla popolazione (famiglie luganesi e di tutto il Sottoceneri) per darlo in concessione ai privati per 40 anni: una soluzione "incomprensibile, sbagliata e contraria agli interessi della popolazione". L’esecutivo ha invece più volte spiegato che la Città intende salvaguardare non solo la struttura, ma anche rafforzare Carona come meta turistica per tutte le età, quale spazio di svago e per il tempo libero. Una struttura che, assieme al Parco San Grato, il cui passaggio di proprietà dall’ente turistico alla Città di Lugano sta andando di traverso alle commissioni del Consiglio comunale, potrebbe generare un indotto economico non irrilevante.