Maggioranza della Gestione di Lugano favorevole al credito da 125 milioni, ma i commissari leghisti non firmano
Torna in Consiglio comunale, il prossimo 26 settembre, la bollente questione del Piano generale di smaltimento delle acque (Pgs) di Lugano, al centro di una grossa controversia per l’entità dei contributi provvisori di costruzione (60%) chiesti ai proprietari degli immobili, e finita davanti al Consiglio di Stato per un ricorso sul voto in Cc dell’8 febbraio 2021. A tornare sui banchi del Legislativo è la copertura delle spese già sostenute dal Comune, 125 milioni di franchi, relativi alla preparazione dell’emissione, e la revoca di una serie di vecchie risoluzioni comunali. La maggioranza della Commissione della gestione, lo scorso 12 settembre ha emesso un rapporto favorevole al messaggio municipale, stilato dai relatori Lorenzo Beretta-Piccoli, Rupen Nacaroglu e Carlo Zoppi. Si tratta della parte di commissione comprendente i rappresentanti di tutti i gruppi, salvo quelli della Lega e Udc che dovrebbero quindi presentare un rapporto di minoranza. L’operazione di ‘regolarizzazione’ ha preso avvio dopo la sentenza del Consiglio di Stato, lo scorso febbraio, che ha fatto chiarezza sulla validità di una parte della decisione presa nel precedente passaggio in Consiglio comunale, e la non validità della parte riguardante appunto la richiesta di credito, che richiede la maggioranza qualificata dei consiglieri comunali. Da questo la seconda manche in Legislativo.