La 37enne di origini rumene, approfittando dell’amore di un uomo, lo ha imbrogliato facendosi pagare in totale 460’616 franchi
Un altro dramma a luci rosse in un noto postribolo del Luganese è emerso oggi dall’aula penale. La Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani, ha condannato una prostituta 37enne di origini rumene a due anni e sei mesi (24 mesi sospesi condizionalmente per tre anni) di carcere per aver truffato un suo cliente di 460’616 franchi. Tra febbraio 2019 e settembre 2020, la donna ha ingannato il suo fedele cliente approfittando dell’amore che costui provava nei suoi confronti riuscendo a farsi consegnare tutto il denaro di cui l’ingenuo innamorato disponeva, inclusi gli averi di secondo e terzo pilastro. La Corte ha inoltre disposto l’espulsione dell’imputata dalla Svizzera per dieci anni.
La donna, facendo credere al cliente che il sentimento fosse corrisposto, di voler lasciare il mondo della prostituzione e iniziare una nuova vita insieme a lui, gli chiedeva continuamente denaro. Le motivazioni (fasulle), somministrate con astuzia, erano che i soldi servivano per il riscatto della sua libertà, per smettere di prostituirsi, per saldare il debito del marito, per sfuggire alla vendetta trasversale di un’organizzazione criminale, per il pagamento di spese mediche per curare malattie gravi sue e di sua figlia e l’acquisto di un appartamento in Romania in cui andare a vivere insieme. Menzogne che sono costate care alla vittima, ora in condizioni economiche precarie. Il presidente della Corte Mauro Ermani, rivolgendosi all’imputata ha definito i suoi reati come «importanti perché ha ingannato un cliente debole, si è approfittata della sua sessualità primitiva e lo ha spogliato di tutti i suoi averi senza scrupolo. A oggi il cliente è un caso sociale in assistenza, ma c’è la speranza che presto si reinserisca». La donna, rea confessa, patrocinata dall’avvocato Pascal Delprete, ha accettato la condanna e l’espulsione dal territorio svizzero.