Andrea Censi interroga il governo cantonale sugli aiuti per le imprese del settore dell’aviazione
Con la Dichiarazione di Lugano si è chiusa la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina (Urc 2022). Evento "che ha permesso alla Città e al nostro cantone di apportare un contributo a favore del futuro dell’Ucraina, approfittando al contempo delle positive ricadute che vedremo nel medio-lungo termine". Ne è convinto anche il granconsigliere Andrea Censi (Lega dei ticinesi), che non manca però di richiamare l’attenzione sulle ricadute che il dispositivo di sicurezza e la chiusura dello spazio aereo ("per un raggio di 25 miglia nautiche sopra l’aeroporto di Agno") hanno avuto sul territorio. E qui si innesta una domanda: si correrà ai ripari?
In effetti, si è vietata "de facto l’attività aviatoria su praticamente tutto il territorio cantonale e quindi per tutte le aziende del settore, dalle scuole di volo alle aziende di trasporto con elicotteri", come si legge nell’interrogazione recapitata al Consiglio di Stato.
A livello federale, in ogni caso, sono stati previsti dei ‘risarcimenti’ per le imprese che si sono ritrovate nel perimetro della ‘zona rossa’ e non hanno potuto aprire e lavorare come d’abitudine. Non si fa però cenno a quanti operano nel settore dell’aviazione. Di conseguenza, chiede Censi, "la Confederazione ha previsto un indennizzo per le aziende toccate da queste limitazioni? In caso negativo, con quale giustificazione"?
E, giusto per sapere, "chi ha decretato la chiusura dello spazio aereo in Ticino in occasione dell’Urc 2022"?