Un ‘flash mob’ in centro a Lugano ispirato da Momo, il romanzo di Michael Ende
Si aggirano come zombie, terrei in volto, vestiti di grigio, fino alla rivelazione: il tempo di gettare gli opprimenti panni ed ecco la felicità, gli abbracci e l’esplosione dei colori. È stata piccola ma di un certo impatto la manifestazione di ‘Sciopero per il clima Ticino’ messa in scena da una quindicina di giovani nella centralissima piazzetta San Carlo di Lugano, sotto gli occhi di numerosi passanti... e di alcuni poliziotti. Il senso di questo ‘flash mob’ è nel messaggio della settimana lavorativa accorciata a quattro giorni, che secondo gli attivisti avrebbe una importante ripercussione di carattere ecologico, dunque climatico. "Certo, perché con meno lavoro ci sarebbero meno prodotti e meno pendolarismo" spiega Ariele, un portavoce dei manifestanti.
La storia messa in scena, dicono, "è una critica al consumismo e alla fretta della società. Qui viene stabilito il legame con la crisi climatica, dato che il consumismo porta un grande consumo di risorse e un forte inquinamento: uno stile di vita che non è più sostenibile su questa Terra, che dispone di risorse limitate. Il nostro attuale modo di lavorare è una delle cause di questo consumismo distruttivo, per questo rivendichiamo una diminuzione dell’orario di lavoro". La manifestazione luganese si è svolta nell’ambito di una giornata di sciopero globale per il clima lanciata da ‘Fridays For Future’ e intende lanciare lo ‘Sciopero per il futuro’ del 21 maggio a Bellinzona. Insomma l’obiettivo è quello di rallentare il vortice lavoro-produzione-inquinamento, una battaglia che probabilmente non sarà semplice da condurre in porto ma che persegue i nobili obiettivi di una vita e di un ambiente migliori per tutti.