Luganese

Condannato anche l’amico-istigatore di don Tamagni

Venti mesi di detenzione sospesi ed espulsione per 5 anni dalla Svizzera. Il 27enne ha ammesso ogni sua responsabilità

Denaro sottratto illegalmente
(Ti-Press)
9 marzo 2022
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Dopo la condanna di don Samuele Tamagni, stamane anche l’amico istigatore 27enne italiano è stato processato, davanti alle Assise correzionali di Lugano (presidente sempre il giudice Mauro Ermani) per ripetuta istigazione all’appropriazione indebita compiuta nei confronti del sacerdote di Cadro. Il giudice Mauro Ermani gli ha inflitto una pena di 20 mesi di detenzione sospesi con la condizionale per un periodo di prova di 4 anni e l’espulsione dalla Svizzera per 5 anni, confermando l’atto d’accusa stilato dal pp Daniele Galliano.

Due anni di pressioni finanziarie al sacerdote

Reo confesso, in espiazione anticipata della pena dallo scorso 20 novembre, il 27enne, che si era trasferito in Ticino dalla Campania nel 2017, ha ammesso di aver istigato il parroco di Cadro. Due anni, dall’ottobre 2019 allo stesso mese del 2021, è durata la pressione finanziaria esercitata dal giovane nei confronti del sacerdote, il quale, per rispondere alle insistenti richieste economiche dell’italiano ha come noto dapprima dilapidato i propri averi personali (195mila franchi) e poi alleggerito i conti dei propri genitori (per mezzo milione di franchi), la Fondazione Tamagni creata in memoria di suo nipote, i conti della colonia estiva per bambini della parrocchia e i fedeli. I motivi? Per soddisfare il suo vizio al gioco d’azzardo di poker, per sbarcare il lunario dal momento che non aveva un lavoro e per pagare il suo matrimonio e i suoi numerosi e strampalati progetti. Il 27enne è stato riconosciuto colpevole anche di ripetuto esercizio illecito alla prostituzione, omettendo di annunciarsi alla polizia cantonale contrariamente a quanto previsto dalla legge. «Quello che sorprende è la banalizzazione dei fatti da parte dell’imputato, già durante l’inchiesta e ancora oggi in aula. Preoccupa che l’imputato, a 27 anni, già padre, non abbia ancora progetti di vita concreti per il proprio futuro» ha commentato il giudice Ermani durante la lettura della sentenza.