Luganese

Lugano, l’aeroporto continua a veleggiare in cifre nere

Nel 2021, l’avanzo d’esercizio è di 750’000 franchi. Seppur provvisorio, il dato positivo non mette fretta per il passaggio di gestione ai privati

La chiusura dello spazio aereo per i velivoli russi non preoccupa troppo l’aeroporto
(Ti-Press/Archivio)
8 marzo 2022
|

È più che positivo il primo anno e mezzo di gestione cittadina dell’aeroporto di Lugano. Perlomeno a livello di finanze. Dopo l’utile di 480’000 di avanzo d’esercizio del 2020, l’attivo dell’anno, seppur provvisorio, è addirittura lievitato a 750’000 franchi, anche se potrebbe ridimensionarsi perché nei mesi invernali il traffico solitamente si riduce. Alla luce di queste cifre, il Municipio non ha nessuna fretta di accelerare il passaggio di gestione dello scalo ai privati, come fatto qualche anno fa con parecchie polemiche e risultati controversi. Il problema si porrebbe, invece, se emergesse, con urgenza, la necessità di procedere a investimenti. Per il momento, non è tuttavia il caso.

‘La gestione cittadina è autosufficiente’

I segnali che giungono a Palazzo Civico dallo scalo luganese sono ancora una volta positivi, sebbene il consuntivo 2021 non sia consolidato definitivamente. Il dato è comunque significativo siccome stiamo parlando del primo anno di completa gestione cittadina e la chiusura d’esercizio appare è addirittura più consistente rispetto all’anno precedente. Come si possono interpretare queste cifre positive? «Questi risultati mostrano che lo scalo gestito dalla Città, al momento, è autosufficiente – risponde Filippo Lombardi, titolare del Dicastero –. I risultati positivi sono stati raggiunti in particolare grazie alla compressione dei costi dopo la liquidazione di Lasa. In sostanza, si nota che l’esercizio ordinario dell’aeroporto di Lugano è in attivo in questi ultimi due anni».

Passaggio ai privati, con più calma

Cambia o cambierà qualcosa nell’impostazione decisa qualche anno fa dall’autorità di passare la gestione dello scalo ai privati? «La decisione presa non cambia, ma non c’è più quella fretta, come c’era alcuni anni fa, di accelerare la cessione delle attività della struttura ai privati – rileva il capodicastero Aeroporto –. Solo con il personale necessario all’aviazione generale, la scuola di volo e le altre attività, ci si è accorti che i risultati d’esercizio per la gestione corrente sono in attivo. Quindi, come spiegato in Consiglio comunale, fino al 2023, compreso, la Città è in grado di gestire lo scalo in proprio. Nel frattempo, ci stiamo preparando con calma al passaggio di gestione».

Lasa: più risorse per i voli di linea

I risultati positivi erano stati ottenuti anche nel 2020, ma l’avanzo d’esercizio allora aveva fatto meno scalpore. Sì, perché, osserva Lombardi, «la gestione cittadina era cominciata soltanto in giugno, perché i primi mesi di attività erano stati scaricati ancora sulla Lugano Airport Sa (Lasa) ed erano rientrati nella liquidazione della società, che gestiva lo scalo con un personale e risorse più consistenti, perché c’erano ancora i voli di linea. Società che per anni ha continuato ad avere a disposizione più risorse, con la speranza di mantenere tutti i dipendenti anche dopo. Questo, in passato, ha determinato dei disavanzi d’esercizio importanti. Il problema è come procedere quando emergerà la necessità di fare investimenti. Investimenti di cui per il momento non si parla».

La guerra penalizza ma per ora poco

La guerra in corso In Ucraina non ha fatto perdere troppo slancio all‘aeroporto di Lugano. Qual è l’impatto della chiusura dello spazio aereo per i velivoli immatricolati in Russia: «C’è una leggera perdita, che possiamo stimare in alcuni punti percentuali, ma è poco significativa per lo scalo e bisogna analizzarla nell’ambito dell’evoluzione del settore – spiega il direttore dell’aeroporto di Lugano Davide Pedrioli –. Non è un’attività regolare quella degli atterraggi e delle partenze di aerei immatricolati in Russia. Il calo dell’attività è minimo». C’è preoccupazione? «Un po’, non siamo certo contenti. Però, non siamo nemmeno in balia di decisioni, che peraltro non possiamo controllare. Al momento, la flessione allo scalo di Lugano è simile a quella che si registra negli altri aeroporti svizzeri».

Avvicinamento satellitare nel 2025-2026

Peccato, perché, dai primi riscontri, a livello di risultati, «lo scorso gennaio è andato meglio rispetto allo stesso mese del 2021, di qualche punto percentuale, l’aumento non è quindi così significativo», fa sapere il direttore. Rispetto invece al progetto di avvicinamento satellitare, ci verrà ancora tempo. L’ufficio federale dell’aviazione civile l’ha programmata verso il 2025-2026. «È un po’ come la costruzione di una strada ma in aria. Stiamo parlando di progetti complessi a livello di tecnica e di procedure, ci sono oltretutto diversi attori in gioco e bisogna considerare che con il cambiamento di strada, non tutti gli utenti attuali potranno usufruire. C’è quindi una tempistica legata a questo aspetto.In ogni caso le procedure sono dettate da Berna e sono pertanto relativamente lunghe perché occorre rientrare in un discorso di progettazione e di progettazione interattiva, di certificazione. Il progetto nato qualche anno fa, peraltro, non tocca soltanto Lugano, ma anche una nuova impostazione degli atterraggi negli aeroporti svizzeri ed europei. Faremo di tutto per accelerare le procedure che peraltro sarà finanziata dal Cantone», spiega Pedrioli.