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Monteceneri, il Punto Ascolto chiude dopo 9 anni

Il servizio potrebbe diventare una linea telefonica cantonale. Il Municipio ha scelto di potenziare la sua offerta con un’assistente sociale.

La sede di Punto Ascolto, a Bironico
(archivio Ti-Press)
14 gennaio 2022
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È stato creato 9 anni fa come servizio di consulenza e supporto per affrontare momenti difficili, risolvere problematiche personali, familiari, scolastiche o professionali. A fine mese il Punto Ascolto di Monteceneri terminerà la sua attività. L’ultimo giorno di apertura alle vecchie scuole di Bironico sarà quella di giovedì 27 gennaio: in programma non ci saranno incontri o consulenze, ma una giornata di saluti e ringraziamenti aperta a tutti. Ma non sarà un addio definitivo, almeno nelle intenzioni di Patricia Elzi e Dolores Belolli, le due consulenti psico-sociali che hanno gestito il servizio sin dalla sua creazione. «In questi anni è andata bene e sono state tante le persone che si sono rivolte al servizio – spiega la responsabile Patricia Elzi –. Da quando il Municipio ha comunicato la chiusura, in molti ci hanno detto che non andranno dall’assistente sociale del comune a chiedere determinate cose, che purtroppo andranno perse». Ma, come detto, il progetto potrebbe tornare, ampliando il suo raggio d’azione. «Tra i progetti c’è quello di creare una linea telefonica a livello ticinese – continua la responsabile –. Questo eviterebbe di avere una sede ma ci permetterebbe di continuare a lavorare, anche su zoom vista l’esperienza di questi ultimi due anni. Con le conoscenze acquisite, mi dispiacerebbe lasciar perdere, c’è tantissimo bisogno e ancora di più a causa del Covid». L’idea del Punto Ascolto Ticino è già stata comunicata al Dss. «Punto Ascolto è nato come progetto comunale ma lo abbiamo presentato anche ai vari dipartimenti cantonali – sottolinea Elzi –. Il prossimo passo sarà capire come finanziarlo, anche se le cifre sono molto basse e basterebbero due-tre enti che aiutano nel sostegno. La particolarità del servizio è la gratuità che permette anche a persone che altrimenti non andrebbero a chiedere aiuto, di usufruirne».

’Servizi sociali notevolmente potenziati’

La decisione di potenziare i servizi sociali a favore della popolazione di Monteceneri, puntando sulla figura dell’assistente sociale, è stata presa all’unanimità dal Municipio. Lo conferma la capodicastero Socialità Loredana Cotta Leoni. «Il Punto Ascolto non c’è più, ma abbiamo effettuato una riorganizzazione e un notevole potenziamento dei nostri servizi sociali – spiega la municipale –. Punto Ascolto è stato istituito a titolo sperimentale come antenna sul territorio per ovviare alla mancanza nel Comune, che si è aggregato 10 anni fa, di un’assistente sociale, una figura che ho sempre reputato importante». Nel 2020 il Municipio ha deciso di istituire la figura dell’assistente sociale, «inizialmente al 20 per cento, poi potenziata al 40 e da quest’anno al 60 per cento». Per la municipale, «la popolazione è felice per questo aspetto sociale: l’assistente sociale esce, va anche al domicilio delle persone che non si possono muovere e provvede alle necessità a 360 gradi. Se un servizio che era meno importante è andato a cadere, rientra nella logica delle cose». Avere un’assistente sociale è per Monteceneri, comune di poco meno di 5mila unità, «qualcosa di più concreto e operativo e che si occupa dell’ascolto e della possibile soluzione dei problemi e dell’aiuto immediato con tutti i contatti sul territorio». Quella offerta dal Comune, conclude Loredana Cotta Leoni, è «una socialità finalmente speriamo a 360 gradi e speriamo più incisiva perché i bisogni ci sono. Durante la prima emergenza sanitaria si è attivato un gruppo di volontari per la spesa alle persone in casa. Alcuni di loro sono ancora coinvolti per rispondere a esigenze varie degli anziani».

Le richieste di intervento

Gli utenti che, nel corso degli anni, hanno scelto Punto Ascolto sono «persone che non andrebbero allo sportello, per questioni di privacy e per il tipo di domande che vengono poste, ovvero tematiche che non necessitano necessariamente dell’apertura d’incarti o di una risposta tecnica – aggiunge Patricia Elzi –. Quest’ultimo è un tema che ho cercato di spiegare al Municipio, ma non è facile perché i capidicastero cambiano. È stato comunque avviata una collaborazione: le richieste sono diverse e dopo il colloquio con Punto Ascolto, con il consenso dell’utente, è stata coinvolta anche l’assistente sociale perché spesso è un lavoro di rete con gli altri servizi sul territorio». I settori da cui proviene la maggior parte delle richieste di consulenza sono le difficoltà relazionali e familiari, problemi professionali, stress e disturbi di salute. Nel corso del 2020, anno in cui l’apertura è passata da settimanale a frequenza quindicinale – i dati relativi allo scorso anno non sono ancora disponibili – Punto Ascolto ha svolto 292 incontri, divisi in 26 nuove richieste da utenti già conosciuti, 22 nuovi utenti, 186 colloqui di richieste in corso, 36 contatti e collaborazioni con la rete cantonali e 22 incontri tra riunioni, progetti e altro. Punto Ascolto Monteceneri ha lavorato anche sul territorio. Sono state avviate collaborazioni con la casa anziani consortile incentrate sul sostegno alle famiglie chiamate a decidere sul trasferimento di un loro caro nella struttura, e con le scuole per accompagnare i genitori con figli che entravano per la prima volta a scuola. Il Comune di Monteceneri ha creato, in collaborazione con Punto Ascolto, anche una rete volontari. L’esperienza di questi 9 anni è stata per Patricia Elzi «assolutamente positiva e mi ha lasciato tantissima gratitudine – conclude –. Da ogni cosa nasce comunque sempre un’opportunità, e se Punto Ascolto potrà diventare un servizio cantonale, perché no...».