Gli avvocati di difesa chiedono la scarcerazione dell’imprenditore e del medico-dentista condannati alle Criminali di Lugano a giugno
È tornata oggi davanti ai giudici quella che è stata definita la più grande truffa ai danni dello Stato nell’ambito della richiesta di crediti Covid stanziati dalla Confederazione per la pandemia. Lo scorso 16 giugno, la Corte delle Assise criminali aveva condannato a 4 anni di carcere un imprenditore e a 3 anni e 4 mesi un medico-dentista, entrambi italiani, e all’espulsione dalla Svizzera, per ripetuta truffa e falsità in documenti: nel 2020, in piena emergenza Covid, avevano raggirato lo Stato riuscendo a ottenere illecitamente crediti per 1 milione e mezzo di franchi, compilando gli appositi questionari di richiesta, sui quali avevano autocertificato e ostentato, contrariamente al vero, bilanci societari assolutamente gonfiati, riuscendo così a ottenere lauti aiuti senza averne diritto.
Ma per gli avvocati di difesa, Costantino Castelli, legale del medico-dentista ed Elio Brunetti, patrocinatore dell’imprenditore, l’impianto accusatorio – titolare dell’inchiesta, il procuratore pubblico, Daniele Galliano – non regge e hanno pertanto richiesto la scarcerazione dei loro assistiti. Per l’avvocato Castelli, il suo cliente ha sì agito illegalmente, ma la truffa non si configura e ha pertanto chiesto 12 mesi sospesi con la condizionale. Brunetti, dal canto suo, ha chiesto il proscioglimento da uno dei tre episodi di truffa e la qualifica di complicità in truffa per un secondo episodio. La sentenza tra una decina di giorni.