Negli ultimi anni la rete di colonnine per la ricarica dei veicoli è stata potenziata. L’interesse per il tema continua a crescere
Nel corso degli ultimi anni non sono mancate le misure messe in campo per offrire un’alternativa ecologica all’utilizzo dell’automobile privata. Oltre a un potenziamento dell’offerta per quanto riguarda il trasporto pubblico, passi avanti sono stati fatti nel campo dei mezzi a propulsione elettrica. Oltre agli incentivi per l’acquisto, si è agito per estendere la rete di colonnine per la ricarica. Solo a Lugano, nel comprensorio gestito dall’azienda municipalizzata Ail, sono 80 i punti dove è possibile collegare il proprio veicolo presenti sul suolo pubblico. «L’interesse da parte della popolazione su questo tema è aumentato in modo importante negli ultimi anni, sempre più persone hanno intenzione di acquistare un’auto elettrica o anche solo avere informazioni più precise», spiega a ‘laRegione’ Milton Barella, product manager per la mobilità delle Ail. Discorso simile anche per quanto riguarda Chiasso, dove dal 2018 sono state installate 11 colonnine sul territorio. Un’offerta che copre la maggior parte dei parcheggi pubblici della città di confine. «In queste postazioni l’utente può lasciare il proprio veicolo per alcune ore e ottenere così una ricarica parziale», spiega il direttore di Age Corrado Noseda. Le tariffe a livello cantonale, per chi non dispone di un abbonamento, variano dai 42 ai 70 centesimi al chilowatt a dipendenza della potenza erogata.
L’operazione più praticata resta comunque la ricarica presso il proprio domicilio, effettuata magari durante gli orari notturni quando i costi dell’elettrico sono inferiori. L’Age ogni mese riceve circa due richieste per l’installazione di colonnine di ricarica presso abitazioni private. E la tendenza è in forte aumento anche nel Luganese. «Non bisogna però pensare all’automobile elettrica come alla panacea per tutti i mali. Bisogna infatti tenere conto della tematica dello smaltimento delle batterie e della provenienza dell’elettricità. Se questa è prodotta da centrali a carbone, il discorso ecologico viene un po’ a cadere. Non è comunque il caso in Ticino dove l’elettricità utilizzata è certificata», ci ha tenuto a precisare Corrado Noseda. Una visione simile è anche quella di Milton Barella: «Non esiste solo l’alternativa elettrica. Anche la propulsone a gas è una possibilità più ecologica rispetto alla benzina, per lo meno a breve termine. In Ticino abbiamo 5 punti di rifornimento distribuiti sul territorio». Un cambiamento che devo però avvenire attraverso un’informazione corretta e completa. «Come azienda vogliamo sensibilizzare. È importante capire tutti i pro e i contro prima di acquistare un veicolo», ha concluso il direttore di Age.