Amarezza nel Comune per non essere stati coinvolti nel progetto fra Aranno, Bioggio, Neggio e Vernate. Eolo Alberti: ‘Non è il momento opportuno’.
«Essere esclusi, non venire nemmeno interpellati, non è simpatico». Parte in acque piuttosto agitate il viaggio che potrebbe portare a una nuova aggregazione in Malcantone. Mentre il Consiglio di Stato ieri ha informato che è stata istituita la commissione di studio per la fusione tra Aranno, Bioggio, Neggio e Vernate, abbiamo interpellato il sindaco di Cademario Enzo Zanotti per capire cosa ne pensa. Non solo il comune si troverebbe quasi accerchiato dalla nuova entità, ma nel 2015 proprio un progetto aggregativo fra Aranno, Cademario e Bioggio non ha visto la luce perché – pur essendo stato approvato dal 52% dei votanti globali – in quest’ultimo comune soltanto il 37% dei cittadini si è espresso favorevolmente. Plebiscitario il ‘sì’ negli altri due invece, all’82 e all’83% rispettivamente. Ebbene, a pochi anni di distanza, nella regione qualcosa si sta di nuovo muovendo e chi allora era contrario (Bioggio) ne fa parte, mentre chi desiderava aggregarsi (Cademario), no.
«Siamo venuti a saperlo solo una decina di giorni fa – confida Zanotti –. Siamo sorpresi per il fatto di non essere stati coinvolti, perché nel 2015 la nostra popolazione aveva dato un chiaro responso favorevole all’aggregazione». Come mai, secondo voi, non siete stati coinvolti? «Probabilmente è una questione finanziaria. Siamo meno forti finanziariamente degli altri, gli altri hanno meno debiti di noi (Cademario è attorno ai 9 milioni, ndr). La situazione però non è così grave al punto da escluderci». «E non si può considerare tutto solo da un profilo finanziario. Abbiamo un territorio che è molto interessante e vasto. Abbiamo una zona alberghiera che nessuno degli altri comuni coinvolti ha. Abbiamo le strutture e il territorio per lavorare su uno sviluppo del turismo. E sarebbe bello portare avanti assieme questi discorsi. Sono considerazioni che dovrebbero prevalere rispetto a un aumento del moltiplicatore di 3 o 4 punti percentuale. Cademario completerebbe geograficamente il progetto». L’avvio del processo non ha rammaricato soltanto la politica a Cademario. «Anche i cittadini ci chiedono ‘ma perché noi siamo stati esclusi?’, ‘perché non vi siete fatti vivi’, ma noi non lo sapevamo, non siamo stati proprio interpellati e ci fa male esserne esclusi. Certo che ci piacerebbe farne parte. Intanto, abbiamo scritto al Comune di Bioggio, con copia alla Sezione enti locali (Sel) del Dipartimento delle istituzioni, chiedendo come mai non siamo stati inclusi nel progetto, quali sono le ragioni. Ci lascia un po’ di amaro in bocca anche il fatto che il Consiglio di Stato abbia accolto un progetto che esclude Cademario».
Una delusione che abbiamo contestato al capoufficio della Sel. «Credo che il Comune di Cademario abbia intrapreso i passi corretti – osserva Marzio Della Santa –. Da più di un decennio oramai i processi aggregativi sono tutti provenienti dalla base. Noi facciamo delle verifiche nel rispetto delle autonomie comunali, come nella fattispecie: abbiamo stimolato la riflessione degli altri Comuni, facendo presente che ci sarebbe anche un ulteriore potenziale Comune che potrebbe essere coinvolto. Ma non spetta a noi prendere le decisioni. Bisogna rispettare la volontà di chi promuove queste iniziative». E fra i promotori c’è il Comune più popoloso della zona, Bioggio. «A Cademario negli ultimi anni abbiamo più volte chiesto se fossero interessati a delle collaborazioni – svela il sindaco Eolo Alberti –. Non voglio polemizzare, ma ci hanno sempre detto di no. A Cademario voglio bene, ma in questo momento la popolazione di Bioggio non ha intenzione di fare questo passo. È evidente che la votazione precedente è stata bocciata perché era compreso Cademario, oltre ai debiti hanno anche arretrati di realizzazione (acquedotto, fognature, strade). Non è il momento opportuno per intavolare un’aggregazione anche con loro, sebbene ci spiaccia molto: non possiamo permetterci di aumentare il moltiplicatore e creare instabilità».
Con un presente finanziariamente delicato e un passato prossimo politicamente travagliato, Cademario non è quindi risultato sufficientemente appetibile. Ma le cose potrebbero cambiare? «Sì, ci parleremo, potremmo cominciare a capire da dove iniziare a collaborare e in un futuro non chiuderemo certo le porte» replica Alberti. Ma se Cademario volesse farsi avanti sin d’ora? «Se lo chiedessero, la prima cosa che dovremmo fare sarebbe domandare ai quattro Comuni che ci hanno sottoposto l’istanza se sono d’accordo – spiega Della Santa –. Qualora la risposta fosse affermativa, verrebbe fatta una modifica per risoluzione governativa del perimetro del progetto. Se non fossero d’accordo, il progetto non subirebbe cambiamenti». Ma come mai, chiediamo ad Alberti, a pochi anni da un ‘no’ così convinto, il Comune intavola nuove discussioni aggregative? «Premettiamo che siamo a un livello preliminare e che la popolazione andrà informata in modo regolare ed esaustivo. Stiamo parlando però di due progetti diversi. Nel caso del 2015, il Cantone non avrebbe dato contributi, invece in questo dalle prime indicazioni emerge la volontà di contribuire in modo sostanzioso alla realizzazione della scuola di Vernate (utilizzata anche da Neggio, ndr) e quindi alla diminuzione del debito delle due entità. E comunque è una scuola che andrà a favore anche dei bambini di Aranno. Il nostro Comune fornisce i servizi di acqua potabile da ormai alcuni anni ad Aranno e Vernate. Inoltre, per Bioggio si andrebbe a stabilizzare il gettito delle persone fisiche (riducendo in tal modo la dipendenza dalle persone giuridiche, ndr). Si entra quindi in materia con altri presupposti».