Sabato è prevista una giornata di eventi fra musica, performance, degustazioni e animazione per inaugurare ufficialmente gli spazi rinnovati
A trentasette anni dalla creazione nel 1984, quella che sta vivendo in questo periodo il Quartiere Maghetti di Lugano è una rinascita. È terminato infatti il rinnovo degli spazi, non solo dal profilo tecnico ma anche contenutistico: ben diciassette nuovi commerci sono stati avviati recentemente, ossia quasi la metà del totale. E per festeggiare il riuscito restyling, che arriva dopo un periodo difficile dove non sono mancate le vetrine vuote e qualche polemica, sabato 2 ottobre è prevista una giornata di festa che prenderà avvio alle 10 con il taglio del nastro e proseguirà fino a sera fra musica e performance live, degustazioni di cibo e vini negli esercizi e animazioni varie per bambini. Sempre sabato lo shopping nei negozi del quartiere sarà più a buon mercato grazie a sconti speciali e sarà possibile partecipare a un concorso che metterà in palio dei buoni da spendere lì.
«Il Maghetti non è un semplice stabile da amministrare, ma un vero e proprio quartiere dove le dinamiche sono infinite, dove le sfide sono all’ordine del giorno – ha detto durante il suo intervento il direttore della Fondazione Maghetti Riccardo Caruso –. Bisogna infatti far convivere diverse realtà che hanno interessi diversi: il commerciale, il ristorativo, l’abitativo, gli spazi pubblici di ritrovo». E pertanto, per effettuare i lavori, si è dovuto tener conto di diverse esigenze. Coniugandole con la necessità di rilanciare la zona. «Da qui è nata la convinzione che fosse necessario rendere più accogliente la galleria interna del quartiere, avviando un progetto di ammodernamento che avesse come obiettivo quello di garantire per i prossimi decenni la buona vivibilità del Maghetti – ha aggiunto il presidente della fondazione, Rinaldo Passera –, cioè che continuasse ad essere un luogo interessante da frequentare».
«Si è quindi lavorato sulle altezze delle vetrine per aumentare la percezione sensoriale dello spazio e sull’illuminazione, soprattutto nei punti deboli quali le entrate principali che erano alquanto buie – ancora Caruso –. Abbiamo inoltre cercato di rendere ancora più fluida la percorribilità interna, eliminando qualsiasi barriera architettonica, trasformando in particolare due passaggi di scale in rampe a pendenza quasi impercettibile». In piazza Maghetti è stato inoltre creato un nuovo spazio commerciale con la prospettiva di inserirvi un ristorante, all’interno dei negozi sono stati inseriti gli impianti di aria condizionata ed eliminate le plafonature. Anche in oratorio sono stati eseguiti dei rinnovamenti importanti, fra i quali una veranda che ha aumentato gli spazi da poter utilizzare per le varie attività.
Ma il vero punto focale è probabilmente legato al rilancio della parte commerciale. Della quarantina di spazi riservati per queste attività, ben diciassette – dodici negozi interni e cinque esterni – sono nuovi. «Abbiamo avuto innumerevoli trattative (come quella sfumata con California Bakery, ndr) – ha ricordato il direttore –. Le candidature sono state davvero tante, circa 250, e costanti, anche durante lo scorso anno nonostante l’emergenza Covid, ma abbiamo voluto attendere le persone e le attività giuste per questo nuovo bel vestito che ci siamo dati». E nel nuovo Maghetti non mancano le collaborazioni col mondo accademico. Ormai più di due anni fa è stato infatti inaugurato in piazza San Rocco 3 ‘Il Litorale’, ossia un’iniziativa extra muros dell’Università della Svizzera italiana (Usi). «Spazi ridefiniti e adattati per consentire anche attività lavorative in condivisione, il cosiddetto coworking» ha spiegato il responsabile del progetto, Dimitri Loringett. E dopo il lancio e la parentesi pandemica, «Il Litorale vedrà una nuova forma di gestione degli spazi, che verrà affidata parzialmente alle associazioni studentesche dell’Usi. Il loro compito sarà quello di farlo vivere e di realizzare lo scopo prefissato in origine, ossia di far incontrare società e università, nel cuore della città di Lugano».