Sui sedimi svettano le modine che preannunciano l’edificazione di palazzine lasciando il rimpianto malinconico di luoghi in via di sparizione
Il destino è segnato per le casette a due piani, con giardino, situate lungo via alla Roggia a Viganello. Le modine che svettano sopra di loro non lasciano dubbi: verranno presto abbattute e al loro posto sorgeranno nuove e alte palazzine. Del resto, in quella zona è possibile costruire fino a sette piani, come indicato dal Piano regolatore di Lugano. Fin qui, niente di che, visto che le casette non erano protette ma la loro prossima scomparsa lascia l’amaro in bocca e un po’ di nostalgia nella popolazione residente nell’isolato da parecchi anni.
Una di queste, è peraltro stata la dimora dell’artista Mario Moglia, scomparso nel 1986, che ha lasciato parecchie opere in eredità, fra le quali anche una serie di acqueforti su zinco e rame. Un personaggio eccentrico. C’è ancora chi lo ricorda, sigaretta in bocca, sempre vestito allo stesso modo, girovagare per Viganello. Diverse sue opere si trovano a Lugano, un graffito alle scuole di Morbio Superiore, mosaici nei cimiteri di Pazzalino, di Morbio Inferiore, di Intragna e di Mendrisio affreschi a Ditto e una terracotta nella villa Donati a Monteggio.
Questi piccoli edifici, ormai disabitati e accerchiati da edificazioni molto più alte, sono costruzioni che rappresentano sempre più una rarità nella realtà urbana dei quartieri popolari della città. La tendenza rientra negli obiettivi della revisione della legge sulla pianificazione del territorio e al mandato legale di utilizzare il terreno in modo economico, perciò si progettano insediamenti abitativi più densi, compatti e verticali. I sedimi sono nel frattempo diventati di un’unica proprietà, che di recente ha ricevuto una lettera da parte della Città che l’ha invitata a sistemare i terreni che si stanno inselvatichendo.