A un cittadino svizzero sono invece stati inflitti 3 anni, di cui 6 mesi da scontare, per aver collaborato in una truffa di oltre 1 milione e mezzo di euro
«Ai tempi non conoscevo bene la questione dei leasing, prima ero un cuoco», sono state queste le ragioni con le quali si è difeso in aula alle Assise correzionali un cittadino colombiano domiciliato nel Luganese, di professione venditore di auto. L’uomo, che ha ammesso le sue responsabilità, è stato dichiarato colpevole di truffa per mestiere e falsità in documenti. Il giudice Amos Pagnamenta lo ha condannato a 10 mesi sospesi. I fatti risalgono all’inizio del 2017 e rientrano in quella che è stata definita ‘la truffa dei garage’. Le indagini condotte dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna, avevano infatti portato alla luce raggiri alle assicurazioni (annunciando falsi sinistri) e truffe sui leasing. «Sono stato consigliato male», ha spiegato il 38enne il cui ruolo è stato solo una piccola parte della truffa, che ha coinvolto quattro garage-carozzerie per qualche centinaio di migliaia di franchi rubati. L’imputato, difeso dall’avvocato Giuditta Rapelli-Aiolfi, si è detto dispiaciuto. «Inizierò la scuola per diventare consulente di vendita certificato», ha affermato in conclusione.
Al Pretorio di Mendrisio è andato in scena anche il processo, davanti alle Assise criminali presiedute dal giudice Amos Pagnamenta, a carico di un cittadino svizzero. L’uomo era accusato di aver aiutato intenzionalmente due complici a commettere truffe ai danni di diverse decine di persone. La cifra accumulata è di quelle considerevoli: oltre 1 milione e mezzo di euro. I tre operavano promettendo di aiutare a ottenere dei finanziamenti dopo aver ricevuto un anticipo. «Ero in difficoltà economica e sono andato fuori di testa. Usavo quei soldi per vivere e pagare i debiti», ha spiegato l’uomo, ora pensionato, condannato a 3 anni di carcere, di cui 6 mesi da espiare. L’imputato era difeso dall’avvocato Stefano Camponovo; l’accusa è stata formulata dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna.