Filippo Lombardi, titolare del dicastero: ‘Lo scalo non grava sui conti della Città’. Intanto, il Consiglio di Stato respinge tutti i ricorsi pendenti
Esprime fiducia e ritiene che occorra prendersi il tempo di riflettere a fondo su quale sia la strada migliore per il futuro dell’aeroporto di Lugano-Agno. Queste le parole del titolare del Dicastero cittadino Filippo Lombardi che anticipa a ‘laRegione’ una primizia: «La gestione pubblica dello scalo, per il momento, non sta gravando sui conti della Città e anzi finora registriamo conti in attivo. Da quando il Municipio ha ripreso la conduzione della struttura, sono stati contenuti i costi, l’aviazione generale sta andando bene e, a contribuire alla riduzione delle spese, c’è stata pure la sospensione dei voli di linea (anche se la loro riattivazione resta un obiettivo)». Per questa ragione, «occorrerà valutare bene i prossimi passi da intraprendere», osserva il municipale alla luce dei cinque ricorsi respinti dal Consiglio di Stato, notizia anticipata da tio.ch che ha riferito l’esito di tutte le contestazioni pendenti da mesi. Lombardi auspica che i due gruppi Northern Lights e Team Lug (nel frattempo divenuti alleati), patrocinati dall’avvocato Tuto Rossi, non presentino un altro ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (Tram).
Entrambi i gruppi hanno contestato la possibilità concessa dal Municipio di aggiornare i progetti presentati lo scorso autunno e le modalità di comunicazione in merito al nuovo gruppo di esperti che dovrà valutare nuovamente le proposte. Il Consiglio di Stato ha ritenuto irricevibili entrambi i ricorsi, siccome non avevano ragione di contestare la decisione municipale dello scorso maggio quando la Città aveva risolto di annullare la risoluzione con la quale intendeva chiedere al Consiglio comunale di poter intavolare trattative per la gestione privata di Lugano Airport con il Gruppo Amici dell’aeroporto e la cordata Crameri, Marending, Malgorani e Artioli. «Il garbuglio pare si stia sciogliendo, visto che gli altri tre ricorsi pendenti contro la decisione municipale presa in gennaio sono stati ritenuti decaduti dal governo cantonale, dopo che in maggio l’esecutivo l’aveva ritirata – dichiara Lombardi –. Intanto, ci siamo portati avanti su due dossier». Quali? «Assieme all’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac) abbiamo riattivato la procedura di revisione della scheda di coordinamento del piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica (Psia) per l’aeroporto di Lugano-Agno – risponde il capo dicastero aeroporto –. In collaborazione con l’autorità cantonale, per fare posto al tracciato della futura strada di circonvallazione Agno-Bioggio che corre lungo il fiume Vedeggio, stiamo inoltre studiando un’alternativa allo spostamento delle strutture per l’avvicinamento strumentale alla pista, con il nuovo sistema di avvicinamento satellitare».
Ma torniamo ai cinque ricorsi. Il fatto che siano stati respinti non significa necessariamente che si è finalmente sbloccata la procedura di attribuzione ai privati della gestione dell’aeroporto di Lugano-Agno avviata dal Municipio cittadino oltre un anno fa. Occorre attendere che crescano in giudicato le sentenze del Consiglio di Stato che ha dichiarato irricevibili i ricorsi inoltrati da “Northern Lights“ (condotta dagli imprenditori Damian Hefti e Andrea Burkhardt) e “Team Lug” (con alla testa l’avvocato Nicola Brivio con la socia di cordata Raffaella Meledandri), due dei sei concorrenti che parteciparono alla "Call for expression of interest” che nel frattempo si sono alleati. Anche le altre tre contestazioni, due delle quali sempre inoltrate dalle due cordate appena citate, non sono state accolte dal governo cantonale. Entrambe, prima di allearsi, avevano contestato, con un ricorso al Consiglio di Stato, l’esclusione da parte dell’autorità politica cittadina, che lo scorso 28 gennaio aveva ripescato il progetto del gruppo guidato da Artioli e Marending e le modalità di comunicazione della Città.
La decisione della Città, lo ricordiamo, aveva fatto parecchio discutere, siccome si era discostata in parte dalla scelta del Gruppo di lavoro incaricato di giudicare i dossier presentati, che aveva indicato al Municipio di preferire unicamente il progetto presentato dagli “Amici dell’aeroporto”. Ma l’esecutivo aveva incluso anche la cordata legata all’imprenditore Stefano Artioli, salvo poi fare marcia indietro proponendo ai concorrenti di azzerare buona parte della procedura fin lì adottata. Come si ricorderà, la Città decise di ripartire quasi da zero, o meglio, dall’apertura delle buste contenenti i progetti giunti per il concorso, dopo le polemiche, i ricorsi e forse la presa di coscienza che alcune procedure non si sono svolte come avrebbero dovuto.