Sul presunto raggiro la difesa ha chiesto la piena assoluzione del promotore 45enne, l’accusa ha proposto una pena di 18 mesi sospesi
Poco meno di un anno fa, il 2 ottobre 2020, era stato quasi assolto. Quasi. La difesa oggi, davanti alla Corte di Appello, ha cercato di convincere i giudici della piena innocenza del proprio cliente, chiedendo il proscioglimento da tutti i reati. Parliamo del caso del maxiprogetto di Bedano (mai realizzato) promosso da un 45enne italiano dieci anni fa e naufragato nel 2012, dopo che fra l'altro il Consiglio comunale lo aveva bocciato. L'uomo, patrocinato dall'avvocato Fulvio Pezzati, era finito sotto inchiesta per diversi reati patrimoniali e nel processo in primo grado alle Assise criminali di Lugano era stato prosciolto dalle imputazioni più gravi (11 reati su 15 contemplati nell'atto d'accusa), fra cui truffa, appropriazione indebita e amministrazione infedele. Non così invece dalla falsità in documenti, frode fiscale, falsa testimonianza e da una grave infrazione compiuta nell'ambito stradale nel 2016, ciò che gli ha procurato una condanna pecuniaria corrispondente a 2'700 franchi.
Il presunto raggiro era stato imputato al 45enne dal procuratore pubblico Andrea Gianini, in relazione a una somma di 330mila franchi versata da un co-promotore che aveva investito nello stesso Centro polisportivo. Somma che secondo l'accusa sarebbe stata prosciugata dall'imputato per spese personali. Il principale impianto accusatorio, tuttavia, non era stato confermato dalla prima Corte che aveva istruito il caso. Oggi in Appello il magistrato si è riconfermato nelle sue richieste di pena, riducendole lievemente: 18 mesi sospesi anziché i 20 mesi avanzati in primo grado. Il pp Andrea Gianini ha chiesto la conferma dell'atto d'accusa, salvo per i reati nel frattempo prescritti. La Corte, presieduta dal giudice Angelo Olgiati (giudici a latere Matteo Galante e Manuela Frequin Taminelli) pronuncerà la sentenza nelle prossime settimane.