L'Associazione spera di 'ripartire a tutto gas' una volta debellato il coronavirus
Anche se a uno sguardo distratto sembra una fetta della Città di Lugano, il Comune di Massagno è ricco di associazioni dalla lunga storia. Quest'anno alcune di esse hanno festeggiato importanti anniversari, a cominciare dalla Pro Massagno, 60 anni, di esistenza, testimone del passato turistico del paese, che oggi propone alcune manifestazioni, oppure il coro Val Genzana, ben 80 anni di canto - cambiando un paio di volte il proprio nome - e Massagno musica costituita 40 anni fa. In mezzo a queste istituzioni' c'è spazio anche per l'Associazione Quartiere del Bomborozzo, nata 30 anni fa, e che si propone di tutelare qualità della vita nel quartiere, fra i più popolosi di Massagno con 2.500 abitanti circa. Compito non semplice per questa fetta di terreno stretta fra Santa Lucia, il centro di Massagno, e il quartiere luganese di Besso: traffico di attraversamento, sfruttamento forsennato del terreno a fini edilizi, e il costante rischio di uno snaturamento del suo tessuto sociale. Nelle sue battaglie l'associazione si è sovente trovata in rotta di collisione col potere costituito, vale a dire la maggioranza municipale, mentre in altri casi sono state trovate forme di collaborazione. La nascita stessa del'associazione tre decenni or sono fu originata dalla contestazione di una decisione politica: la costruzione di un autosilo da 240 posti sul terreno del giardino Bomborozzo, polmone verde in un contesto fittamente edificato, che oggi dà il nome all'intero quartiere. "Ricordo che contro questa opera si formò dapprima un comitato, con rappresentanti di tutti i partiti" ricorda il presidente dell'Associazione, Sergio Bernasconi, già consigliere comunale per Ppd e poi Massagno ambiente. La battaglia - anche legale - che ne scaturì raggiunse il risultato prefisso: il giardino è ancora li, luogo di gioco per i bambini e - talvolta - di manifestazioni. Come le 'memorabili' feste estive che venivano organizzate dalla stessa Associazione Bomborozzo, arrivando ad attirare fino a un migliaio di persone a sera. A proposito, negli ultimi anni l'attività del sodalizio sembra essersi rarefatta. "C'è stata l'epidemia di coronavirus, e poi a differenza di altre società non possiamo contare sulla forza organizzativa del Comune. Però spero che si possa ricominciare a tutto gas, magari con la collaborazione di altre associazioni. Sogno una grande festa musicale, aperta a tutte le comunità presenti nel quartiere".
Aspettando che si diradi la questione covid, con tutte le limitazioni che continuano a scoraggiare gli eventi a carattere popolare, è giusto ricordare l'impegno dell'associazione in molteplici direzioni: oltre alla salvaguardia del verde, l'introduzione di zone 30 (con traffico limitato a 30 chilometri orari e atri accorgimenti), che raccolse oltre 800 firme, poi effettivamente adottata dal Comune di Massagno, le opposizioni alle antenne di telefonia mobile, il referendum (perso) contro il progetto riguardante la copertura della trincea ferroviaria, oggetto anche di una iniziativa popolare svolta insieme a Massagno ambiente pr quanto riguarda il contestato tracciato stradale che ne sarebbe nato. Altra battaglia politica, il referendum (stavolta vinto) contro a cessione a privati di casa Lepori. Ma anche iniziative di carattere benefico, come la raccolta fondi a favore di varie popolazioni svantaggiate, la donazione dei giochi per bambini e di una pianta inseriti al parco Bomborozzo, gli incontri per i bambini e gli anziani del quartiere, quelli di carattere ecumenico tra rappresentanti delle diverse religioni praticate nel quartiere. Pr quanto riguarda il futuro, oltre al rilancio delle attività, Sergio Bernasconi spera in un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni comunali. "Penso che l'idea della Landsgemeinde (il voto in piazza per anlzata di mano ndr) sia sempre valida...".