Luganese

Pse a Lugano, la Stan invita a respingere il progetto

Secondo la Società ticinese per l'arte e la natura, il progetto è ben lontano dal raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

La Stan invita a sostenere il referendum
25 maggio 2021
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"Auspicando che il Municipio, in tempi brevi, presenti un progetto più consono ai reali bisogni di tutte le società sportive, la Stan raccomanda alla popolazione di respingere il progetto approvato dal Consiglio comunale di Lugano". Si conclude così la presa di posizione odierna del comitato della Società ticinese per l'arte e la natura (Stan) in merito al progetto di Polo sportivo e degli eventi (Pse) sul quale ci sarà quasi sicuramente una votazione popolare visto che l'Mps dovrebbe aver raccolto il numero necessario di firme per lanciare il referendum contro la votazione del Consiglio comunale di Lugano del 29 marzo scorso. Secondo la Stan, "gli argomenti dei favorevoli al Pse sono rispettabili, ma generalmente ispirati alla tifoseria per questo o quello sport. Sul fronte degli oppositori si trovano argomenti razionali, soppesati e valutati finanziariamente in modo approfondito". Il progetto, scrive la società "è ben lontano dal raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile (...), è diseconomico, spreca risorse naturali a favore di un formalismo superato e ingiustificato e assorbe eccessive risorse a scapito di altre esigenze sociali presenti e irrisolte".

La questione pianificatoria

Secondo la Stan, "l’impostazione del progetto di piano di quartiere è antiquata: per ingolosire i privati a partecipare al Pse, si è creduto opportuno accompagnare gli impianti sportivi veri e propri con contenuti abitativi, amministrativi e commerciali assai voluminosi, rispetto alla demografia in forte calo, al radicale cambiamento di paradigma del modo di lavorare e, infine, con il commercio al dettaglio che sembra destinato a cedere il passo agli acquisti “on-line”, sembra d'intravedere il sorgere di cattedrali nel deserto". Non solo. La Stan sostiene sia "difficile concepire come i contenuti esagerati del programma d’accompagnamento degli impianti sportivi possa giustificarsi con l’art. 15 della Legge sulla pianificazione del territorio e dei disposti della scheda R6 di Piano direttore che ne dà concreta applicazione". La Stan, ricordiamo, ha interposto ricorso contro la modifica del Nuovo quartiere di Cornaredo, "quindi la sua approvazione, contrariamente a quanto affermato dal Municipio di Lugano, non è in dirittura di arrivo".

Contrario alle linee guida del Dipartimento del territorio

Dal profilo architettonico, "il progetto volumetrico seduce solo a prima vista, ma difficilmente supererebbe l'esame se effettuato in applicazione delle Linee-guida per l’esame delle domande di costruzione emanate dal Dipartimento del territorio. Lo stadio per il calcio, chiamato Arena, è stato sprofondato nel terreno per ben nove metri. Una costosissima astuzia per far sembrare meno ingombrante l’enorme fabbrica, quasi ci si vergognasse di farlo apparire con tutta la sua eccezionale volumetria. Secondo le citate linee-guida violentare il sito in tali esagerate dimensioni è una scelta da censurare: mettere a dimora tutto quel materiale sarà un’impresa costosa e inquinante". A proposito del Palazzetto dello sport, "anch’esso è incassato nel sottosuolo per una buona decina di metri. Le illustrazioni chiamate a sedurre il cittadino mostrano spazi luminosi, con ampie finestre, ma bisogna ricordare che questo è un privilegio riservato alle discipline che usufruiscono del pianterreno. Le altre dovranno accontentarsi di spazi privi di luce naturale e di aria artificiale perché dovranno essere esercitate sottoterra, in cantina, insomma. Ci si chiede perché l’edificio delle molteplici discipline sportive altre che il calcio non sia stato progettato al posto delle case d’appartamento, previste in terza fase, evitando di scavare un volume gigantesco, di mandare i giovani sportivi a svolgere la loro attività, come già detto, in cantina e rinunciando a costruire delle case d’appartamenti in un luogo poco idoneo perché affatto tranquillo e poco salubre, essendo affacciati su una strada di forte traffico.

La Stan prende posizione anche su uno dei siti "che Lugano dedica al Pse (Domande frequenti) che per ovviare all’infausto taglio tra gli edifici per lo sport e i campi verdi dovuto a una nuova strada a quattro corsie è previsto di gettare un ponte. Sembra di sognare leggendo tale affermazione! Supporre che tutti i movimenti pedonali tra gli impianti sportivi passino da quell’unico ponte è una mera illusione. La scelta è poco lungimirante e denota scarsa conoscenza del comportamento spontaneo dei pedoni, i quali saranno invogliati, invece, ad attraversare le quattro corsie senza utilizzare il sovrappasso a loro rischio e pericolo. L’incidente sembra programmato appositamente!"