Il rinnovo della convenzione tra Comune e Fondazione non verrà discusso dal Consiglio comunale settimana prossima: in Collina d’Oro è polemica
“La politica esige i partiti, lo spirito umanitario li vieta”. Così sosteneva Hermann Hesse, non sapendo che proprio da questi stessi partiti, un giorno, sarebbe parzialmente dipesa la sua eredità culturale. È infatti in corso a Collina d'Oro una polemica relativa alla convenzione fra Comune e Fondazione Hesse per il finanziamento di quest'ultima e del relativo museo. Il messaggio municipale è stato licenziato il 22 febbraio, ma non verrà trattato dal Consiglio comunale (Cc) del 12 aprile. Le Commissioni della gestione e delle petizioni hanno infatti rinviato la discussione a dopo le elezioni, suscitando il malcontento di Ps, Verdi e indipendenti: “Vi è il dubbio che sia calcolo politico, o peggio scelta di campo – sostengono in una nota –: c'è forse chi pensa sia meglio attrarre speculatori interessati a edificare grazie a un Piano regolatore che ne incoraggia l'operato e a un moltiplicatore basso, senza curarsi dei rischi di un'imminente bolla immobiliare, piuttosto che valorizzare il patrimonio culturale di cui il territorio dispone”. Parole pesanti, abbiamo quindi voluto capirne di più.
«Il Municipio era favorevole al messaggio e desiderava che passasse in Cc il 12 aprile – ci spiega Annalisa Leone, rappresentante della sinistra in Gestione –. Purtroppo le commissioni hanno detto di non avere abbastanza tempo di valutare la questione, ma noi crediamo che sia perché si tratta di un argomento sostenuto da Ps e Verdi. Inoltre si tratta di confermare una convenzione già esistente». Pur avendo sostenuto la Fondazione già precedentemente, il Comune ha sottoscritto infatti una convenzione nel 2019 della durata di tre anni che prevedeva contributi annui di 260'000 franchi. Un partenariato che si desiderava ora rinnovare per un lustro, a partire dal 1° gennaio 2022. Totale: 1,3 milioni. Non pochi soldi. «No, ma la cultura e soprattutto il museo Hesse vanno sostenuti – replica Leone –. Sappiamo quanto ci porta il museo. L'anno scorso sono stati meno a causa della pandemia, ma generalmente arrivano oltre 30'000 visitatori all'anno e non poco. Soprattutto se consideriamo che ci sono altri musei nella regione che vengono sovvenzionati di più e attirano meno gente... Inoltre, i soldi non sono certo un problema per il Comune, dove i conti sono positivi e si vuole abbassare il moltiplicatore d'imposta».
Per una replica, abbiamo sentito Davide Foglia (Plr) membro della Gestione del Cc. «La commissione non è entrata in materia perché non c'è stato il tempo materiale per farlo e quindi affrontare una discussione con cognizione di causa come questi temi meritano». In commissione non c'è stato quindi un vero e proprio dibattito, e in tutti i casi non sul sostegno alla Fondazione. Il messaggio è stato rimandato per motivi «tecnici». E riguardo alle accuse mosse dalla Sinistra? «Loro parlano di soldi, ma bisogna parlare anche di temi, progetti, collaborazioni, coinvolgimento locale, prospettive. Se parlando di soldi si pensa di difendere la cultura, le si fa un danno: va difesa con gli argomenti. E non perché le finanze sono in salute bisogna applicare la leggerezza quando si parla di spese».
Questa la politica. Ma i diretti interessati, che cosa ne pensano del rinvio della discussione sul rinnovo della convenzione? «Non abbiamo chiesto di più, ma solo di proseguire con la convenzione in vigore. Abbiamo dato tutte le informazioni richieste, non so che cosa manca. A dire la verità, non ho capito bene perché si debba rimandare – ci dice la direttrice del museo Regina Bucher –. Questo significa dover aspettare a lungo: dopo le elezioni le commissioni saranno cambiate e non potranno prendere subito delle decisioni, bisognerà rientrare in materia... il rischio è che si vada a dopo l'estate. Questo slittamento ci mette in difficoltà, perché dobbiamo programmare l'anno prossimo già adesso, prima dell'estate. Per preparare un'esposizione fatta bene ci vuole un anno». Un'incertezza ancor più profonda per altri preziosi finanziamenti: «Una parte degli eredi di Hesse è disposta ad aiutarci a lungo termine, ma solo se il Comune continuerà a sostenerci. E anche su questo fronte ora è tutto bloccato. In generale, se il Comune non continuerà a sostenerci il futuro del museo è molto incerto». Delle soluzioni ci sono? «Dopo le elezioni mi piacerebbe parlare con il nuovo sindaco e anche con le nuove commissioni per far capire loro l'importanza di trattare questo tema il più presto possibile. Il 2022 oltretutto sarà un anno molto importante, perché avremo l'anniversario dei cento anni di ‘Siddharta’ e vorremmo organizzare qualcosa di particolare con le scuole. E poi cadono anche i venticinque anni del museo. Questa situazione purtroppo ci blocca un po'».